Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…
Nella Los Angeles del 2019 si fabbricano replicanti tali e quali agli umani per farli lavorare nelle colonie extra-terrestri: il nostro pianeta è infatti diventato invivibile (facciamo notare che manca davvero poco al 2019… ) per inquinamento e sovraffollamento e tutti si sono trasferiti “fuori”, tranne i più deboli, i malati, quelli che non superano l’esame, e restano forzatamente sulla Terra ad aspettare di morire pure loro. I replicanti vengono usati nelle colonie extramondo per i lavori più sporchi, faticosi e pericolosi e anche come oggetti di piacere, insomma dei veri e propri schiavi che non possono vivere più di quattro anni ma che in quanto a intelligenza e forza superano di gran lunga gli esseri umani tra i quali spesso si confondono, dimenticano di essere dei robot e si innamorano persino, magari proprio del loro nemico più acerrimo, quello che dovrebbe “ritirarli”. Alcuni infatti scappano o ritornano “a casa”, ma una casa loro non ce l’hanno e poi una volta liberi potrebbero diventare “pericolosi”, per cui vengono cercati, trovati e uccisi, anzi, ufficialmente ritirati dal servizio, ad opera di personale addetto, tra cui l’ex agente dell’unità speciale Blade Runner Rick Deckard, fuori servizio pure lui ma pronto all’ultima missione della sua vita, quella di rintracciare quattro replicanti, due maschi e due femmine, sopravvissuti al tentativo di rientrare nella fabbrica che li ha prodotti, e alla fine, dopo tante strane peripezie, volente o nolente in qualche modo ce la fa, salvandone però uno, anzi, una. Ma se pure lui fosse uno di loro?
Questo quanto raccontava nel 1982 Blade Runner, probabilmente il miglior film di fantascienza di tutti i tempi, uno specchio terribile del nostro mondo al quale rischia di somigliare un bel po’, diretto da Ridley Scott, scritto da Hampton Fancher e David Webb Peoples, protagonista Harrison Ford affiancato da Rutger Hauer, Daryl Hannah, Sean Young, Edward James Olmos. E ancor prima, nel 1968, Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?), il romanzo di Philip K. Dick cui la pellicola è ispirata. E poi che succede? E poi dopo 34 anni arriva il seguito e quella che vedete in alto a sinistra è la prima immagine uffiiale. Al via infatti le riprese del nuovo Blade Runner 2, sempre con Harrison Ford – 74 anni appena compiuti – nel ruolo di Rick Deckard e con Robin Wright, Ryan Gosling, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Carla Juri, Mackenzie Davis, Barkhad Abdi, Dave Bautista, David Dastmalchian e Hiam Abbass. A dirigerlo è Denis Villeneuve (Sicario, Prisoners), mentre Ridley Scott qui è produttore esecutivo assieme a Bill Carraro, Frank Giustra e Tim Gamble, CEO di Thunderbird Film. Scritto sempre da Hampton Francher, ma stavolta con Michael Green, Blade Runner 2 è un vero e proprio sequel: “Il nuovo Blade Runner segue la pellicola originale qualche decade dopo” dice infatti Denis Villeneuve che aggiunge: “sono sempre stato attratto dai film sci-fi con una forte impronta visiva in grado di trasportare lo spettatore in dei mondi paralleli unici – dice – e il primo Blade Runner è senza dubbio il miglior film del genere di tutti i tempi: Ridley Scott è stato geniale nel fondere lo sci-fi col noir per creare un viaggio irripetibile nella condizione umana”.