Non è un talent con chef che lanciano piatti e concorrenti che sudano né un reality con cucine e ristoranti da salvare, ma è certo un modo diverso di vedere la cucina nel consueto e classico stile con cui LaEffe guarda al mondo e alle sue cose, con una serie-viaggio quindi, attraverso l’Italia in quattro puntate, alle 21 di ogni mercoledì, ovvero quattro eventi in prima serata auto prodotti e firmati RED Read Eat Dream, protagonisti altrettanti rappresentanti doc della nostra cultura gastronomica con la loro visione e il loro personale concetto della medesima, intesa come gusto ma anche come “stare insieme”, che sia dunque la cucina POP di Davide Oldani, quella anarchica del “gastrofilosofo militante” Don Pasta, quella campestre del cuoco contadino Peppe Zullo o quella futuristica di Davide Scabin.
Stasera, mercoledì 10 giugno, si comincia con Pop Food per tutti, protagonista Davide Oldani, chef ma pure designer e imprenditore, fautore e promotore della cosiddetta “cucina d’eccellenza alla portata di tutti”, POP, appunto, nel significato più classico della parola, e in un senso così complesso e complessivo da influenzare ogni aspetto della sua vita. E poi è anche uno sportivo, appassionato di bicicletta soprattutto, un marito e un padre. Ovvio che il viaggio di 24 ore, dall’alba a notte fonda, nel quale lo seguiamo tra la Brianza e l’EXPO di Milano è quello un po’ frenetico, tra impegni di lavoro e familiari, business e pause di riflessione. Perché neanche uno chef di fama internazionale può fermare il tempo o dilatarlo a suo piacere.
È il 2003 quando Davide Oldani apre un ristorante a Cornaredo, in provincia di Milano che diventa il famoso D’O. Tutto comincia da lì: i libri pensati e poi scritti e pubblicati, come l’ultimo POP FOOD edito da Feltrinelli che ha inaugurato proprio la collana RED, i progetti di design, ideati e poi realizzati, come il bicchiere H2D’O e la posata Passepartout, e poi qualche lezione tenuta a Harvard e alla HEC non guasta. Così arriva pure la stella Michelin e infine la nomina ad Ambasciatore di EXPO 2015. E in mezzo a tutte queste cose, ancora tante altre cose, così il racconto accelera prima di arrivare al clou, quando Oldani spiega che la sua Cucina POP “è nata dal desiderio di amalgamare l’essenziale con il ben fatto, il buono con l’accessibile, l’innovazione con la tradizione” e di essere “convinto che la grande cucina italiana sia grande, oltre che per varietà e gusto, anche per la possibilità che offre di essere costantemente reinterpretata”.