Se sei in carcere da un bel po’ di tempo e ti concedono un permesso di 48 ore, puoi pensare che le userai per rivedere la tua famiglia, gli amici, per sistemare faccende in sospeso, per goderti un po’ di libertà. Donato no, Donato ha un obiettivo ben preciso da raggiungere in quei due giorni oltre le sbarre: ritrovare sua moglie della quale non ha avuto più notizie e che ha ritrovato in versione sexy su un volantino con sotto un numero di telefono perché i suoi “amici” di un tempo, per i quali lui combatteva e vinceva, hanno costretto a prostituirsi. Vendicarsi è il suo obiettivo numero due. Donato è un tipo duro, chiuso, muscoloso e in qualche modo sporco, l’esatto contrario di Luca Argentero che siamo soliti vedere bello, lindo e pinto in commedie brillanti, così come lo rivedremo presto in TV nella serie Sirene, anche in carcere in qualche modo c’era già stato, tra web e TV, nel corto Mala vita. E invece è proprio lui a dar vita a Donato ne Il permesso 48 ore fuori, in sala da oggi, giovedì 30 marzo, opera seconda da regista di Claudio Amendola (qui la nostra videointervista a Claudio Amendola) che “il personaggio di Luca è nato dalla penna, mi fidavo di lui e dell’impegno che ci avrebbe messo” dice. Così Luca Argentero si è allenato, ha fatto un po’ di Thai Boxe, ha messo su peso “muscolare”, si è scurito in volto e si è trasformato nel personaggio tormentato e scuro che voleva il suo regista, con il quale aveva già condiviso il set di Cha Cha Cha e di Noi e la Giulia ma dal quale non era mai stato diretto, e in quello che richiedeva la storia scritta da Giancarlo De Cataldo, già autore di Romanzo Criminale e Suburra.
È lui ad aprire Il permesso 48 ore fuori ed è lui a chiuderlo, nel mezzo la sua storia e quella degli altri tre detenuti che hanno vinto il giro di due giorni sulla giostra della libertà: Luigi, ovvero lo stesso Claudio Amendola, che ha giusto quelle 48 ore fuori per mettere in salvo la sua famiglia; Rossana, ragazza problematica e ribelle che si è messa nei guai forse per un conflitto irrisolto con sua madre, interpretata da Valentina Bellè che con Luca Argentero si ritroverà in Sirene, e Angelo, un ragazzo duro fuori ma tenero dentro come una caramella ripiena, tradito dagli amici che l’hanno mollato incastrato in macchina dopo una rapina e così è stato beccato, ma che da quegli amici cui ha pure lasciato casa ritorna col sorriso, finché quel sorriso non lo riserverà solo per Rossana. Lo interpreta Giacomo Ferrara, già in Suburra nel ruolo di Spadino e presto in Suburra La serie, giovane attore abruzzese che Amendola aveva inizialmente scelto per il ruolo del figlio (assegnato poi a Simone Liberati, anche lui da Suburra) e con il quale ha avuto un po’ da fare per dargli una perfetta parlata romana… Ecco la nostra videointervista a Luca Argentero e Giacomo Ferrara: