Un momento decisamente felice per la carriera di Vittoria Puccini divisa tra cinema, televisione e ora anche teatro. Sul grande schermo è Catalina in Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani; su Rai1 il 16 e 17 febbraio è stata la Fallaci nella miniserie L’Oriana, prodotta da Fandango e diretta da Marco Turco, peraltro presentata anche al cinema in versione ridotta, fiction che, seppure criticata, ha raccolto comunque i suoi rispettabili 4 milioni di spettatori nella prima parte e poco meno nella seconda; e in questi giorni l’attrice fiorentina è in tour nel ruolo di Maggie in La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams con cui ha esordito sul palcoscenico. Ma c’è ancora un sogno da realizzare…
La vediamo sia al cinema che in televisione, pensa che l’uno sia più importante dell’altra?
Io penso che l’importante sia fare film belli, che si facciano al cinema o in televisione va bene comunque, non ha senso ormai questa distinzione tra serie A e serie B, la trovo assurda. Oggi tutti gli attori, i registi e i tecnici lavorano sia in televisione che al cinema come l’America ci insegna.
Però ultimamente la TV sembra essere il mezzo preferito anche da chi finora si era dedicato soltanto al grande schermo e qualcuno dice che è meglio del cinema
La TV è importante, arriva a numeri di persone sconfinati ancora molto più che il cinema, per cui deve essere fatta bene perché deve educare alla qualità, deve raccontare delle storie che meritano di essere raccontate. Per me ha un valore importantissimo e io spero di continuare a farla sempre.
Cominciamo però dal cinema: com’è stato lavorare con Paolo e Vittorio Taviani?
Quando mi hanno contattato mi sono sentita orgogliosa solo per il fatto che mi avessero chiamato e avessero pensato a me per un ruolo, quello di Catalina. L’incontro poi è stato una vera scoperta, quella di due artisti e maestri meravigliosi che hanno tanto da insegnare ma allo stesso tempo sono curiosi di ciò che puoi portare tu con la tua piccola esperienza. E poi hanno un talento sconvolgente, straripante, un’energia che non credo sia la stessa di quando avevano vent’anni ed è invidiabile e ammirevole. Non posso che essere felice e riconoscente nei loro confronti.
L’Oriana invece è andata sia in TV che nelle sale cinematografiche: cosa ha provato a mettersi nei panni di un personaggio così controverso ma comunque importante come la Fallaci?
Non è stato facile perché io sono una persona completamente diversa, a parte l’essere entrambe di Firenze non c’è niente altro che abbiamo in comune, però sono tante le cose di lei che ammiro come il coraggio e la grande passione che metteva nelle sue storie d’amore tormentate e difficilissime, non erano relazioni ma vere e proprie guerre, non riesco neanche a immaginare cosa poteva succedere nell’intimità.
Anche questo è un aspetto molto lontano da lei?
Certamente io non mi sono mai trovata a vivere una storia d’amore così estrema, diciamo che nel mio piccolo è tutto ridimensionato. E soprattutto nessuno ha mai sparato dietro a me e al mio uomo.
Da Elisa di Rivombrosa è passato così tanto tempo, ovvero 12 anni, che anche se le ha dato popolarità, non ne vorrà più sentir parlare…
Diciamo che da Elisa di Rivombrosa ne è passata tanta di acqua sotto ai ponti e ho fatto tantissime altre cose che in effetti è molto lontana.
Il teatro le mancava, ma adesso c’è anche quello
Ebbene sì, ho debuttato sul palcoscenico ne La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams il 20 gennaio a La Pergola di Firenze, la mia città, ed ora siamo in tournée. Si tratta della mia prima esperienza teatrale e la trovo bellissima anche perché Williams ha una sua poetica dai toni molto alti e universali. Sul palcoscenico con me c’è Vinicio Marchioni e siamo diretti da Arturo Cirillo.
Nel testo c’è una forte carica sensuale che coinvolge soprattutto lei, Margareth, che sa bene di poter utilizzare la sua sensualità nel rapporto con gli altri. Abbiamo lavorato molto sul corpo rendendo esplicito il suo rapporto con la fisicità. È una figura libera, non è assolutamente una donna borghese o convenzionale, a volte appare addirittura sfacciata e in queste sfaccettature della femminilità risiede il suo fascino.
C’è un ruolo che ancora non ha fatto e le piacerebbe fare?
In realtà il mio sogno è interpretare un personaggio fantastico, uno di quegli eroi dei fumetti perché so che mi divertirei tanto. Anzi,mi piacerebbe proprio fare Eva Kant, la donna di Diabolik, che è un fumetto che adoro.