Altro che commissario Domenico Calcaterra. Senza nulla togliere al personaggio televisivo di Squadra Antimafia che probabilmente gli ha dato quella popolarità diffusa che ancora non gli aveva dato neanche il pari grado Scialoja di Romanzo Criminale né il cinema né tanto meno il palcoscenico che calca da sempre, Marco Bocci stavolta vola alto ed è Modigliani, il grande pittore livornese noto ai più per le sue donne dal collo lungo, nella piece teatrale omonima scritta e diretta da Angelo Longoni. Ma c’è di più: Marco Bocci esordisce sul mercato letterario con un libro intitolato A Tor Bella Monaca non piove mai, edito da Bookme, ambientato quindi nel periferico quartiere romano dove vive tal Mauro Borri che, mollato dalla ragazza, finisce per mettersi nei guai con la mafia cinese.
“Io ho sempre avuto la passione per la scrittura, per l’immaginare e per l’imprimere l’immaginazione e vorrei continuare a rendere pubblico quello che finora era soltanto un hobby” ci svela Marco Bocci sul suo debutto come scrittore. “Raccontare la vita di una persona in uno spettacolo teatrale non è facile – ci dice invece riguardo a Modigliani – raccontare poi quella complicata e travagliata fatta di sofferenze e di tanti aneddoti come quella del grande artista è molto difficile in un paio d’ore. Per me poi è anche una prova fisica impegnativa perché sono sempre in scena a raccontare tutto il suo percorso di Parigi. Un percorso molto drammatico perché la vita di Modigliani è stata segnata dalla malattia, la tubercolosi, ma anche dalle sue dipendenze dall’alcol, dall’hashish, dall’oppio, anche se molto spesso riesce a vivere anche aneddoti divertenti che avvicinano lo spettacolo alla commedia”. Lo spettacolo Modigliani inizia infatti dal suo arrivo a Parigi, una città in grande fermento in quegli anni del 900 europeo, anni dinamici, stimolanti, eccitanti, dove nei suoi quartieri di Montmartre e Montparnasse si ritrovano artisti di tutto il mondo al grido di libertà, bellezza, verità, amore. Lì la sua vita sarà scandita dalle sue donne, donne da cui prenderà il bene e il male, che amerà, spoglierà e dipingerà e che sul palcoscenico sono interpretate da Romina Mondello, Claudia Potenza, Giulia Carpaneto e Vera Dragone (qui le nostre videointerviste). “Ogni donna che Modigliani ha incontrato è stata fondamentale per lui – ci dice ancora Marco Bocci – come il rapporto passionale che poi si trasforma in amicizia per Kiki de Montparnasse, la passione per la poesia che diventa amore intellettuale e fisico con Anna Achmatova, la passione e la rabbia con Beatrice Hastings, per poi concludere con l’amore più grande di Amedeo, quello per Jeanne Hébuterne con la quale ha avuto una bambina e che si chiuderà in maniera molto drammatica. Ci vuole tanta energia sul palcoscenico, ogni momento rappresenta l’estrema passione e sei quindi costretto a dare tutto te stesso, ti stanca ma ti esalta. Sono molto contento di averlo portato in scena e dell’accoglienza che finora abbiamo avuto ovunque”.
Dopo una fortunata tournée, Modigliani arriva dall’8 al 20 marzo al Teatro Quirino di Roma ed è qui che oggi lo abbiamo incontrato. Ecco quindi la nostra videointervista a Marco Bocci: