“Ma perché continuo a ripetere le stesse cose da anni… tutti pensano che io sia capace di capire quello che succede, interpretare la realtà, ma io non capisco più niente”. Così Margherita Buy nel trailer diffuso da 01 del nuovo film di Nanni Moretti intitolato Mia madre, nelle sale dal 16 aprile e forse anche stavolta a Cannes. Già diretta dal regista romano ne Il Caimano e in Habemus Papam, la Buy interpreta qui una regista che si chiama proprio come lei, Margherita, che pensa quelle cose mentre si sente perduta circondata com’è da giornalisti che le chiedono del suo nuovo film, e lei ne vorrebbe fare uno su una fabbrica occupata, mentre i fotografi scattano immagini, quella, in primo luogo, del suo smarrimento. Accanto a lei John Turturro, l’attore che fa l’attore, che di lei, falso come Giuda, dice digrignando i denti: “grande, grande regista, sensibilità”, ma poco dopo eccoli a urlarsi contro, lui a lei “non dire stop!” e lei a lui a cazziarlo come una maestra a un alunno testone: “non ti ricordi una battuta, una sola battuta!” E adesso la faccia smarrita ce l’ha lui.
E poi eccolo Nanni Moretti, che qui si chiama Giovanni ed è suo fratello, dirle, pregarla , implorarla, di fare qualcosa di nuovo, di diverso, di rompere “almeno un tuo schema – insiste – uno su duecento”, manca solo che la esorti a dire qualcosa di sinistra.
E poi l’ospedale. Margherita è stanca, se ne accorge anche la madre, che è Giulia Lazzarini, eppure la malata è lei, stesa nel letto con la flebo attaccata al braccio, e lui, Giovanni, che la saluta dal vetro, e poi di notte le sta vicino al buio, solo con la luce fredda e chiara dell’abat jour e le chiede sottovoce se dorme, e lascia il lavoro per starle sempre vicino, anche se l’azienda ancora un po’ di aspettativa gliela dava pure. Torna il tema della morte nel nuovo film di Nanni Moretti, ma non del suo ragazzo, come ne La stanza del figlio, Palma d’Oro a Cannes 2001, e quello della malattia, ma non di se stesso come in Medici, terzo episodio di Caro Diario.
Sul quel suo film del 1993 premiato a Cannes l’anno dopo per la miglior regia, Moretti ha incentrato questa mattina a Bari la sua lezione di cinema al Bif&st 2015 che oggi ha annunciato i suoi vincitori, in cui lo ha definito “un film nato per caso”, che doveva essere solo un corto girato a Roma a Ferragosto e che “non ero sicuro che potesse piacere – ha aggiunto – anzi, mi sembrava impreciso, ogni volta arrivavo sul set senza aver preparato bene la scena e la sceneggiatura, e all’inizio la troupe era di quattro persone, pensata quasi per girare i miei filmini in Super8”. Questa sera il Bif&st 2015 gli consegna il Federico Fellini Platinum Award per l’eccellenza cinematografica. E non per caso.