Monica Bellucci dixit. L’attrice umbra è l’ospite d’onore di oggi della Festa del Cinema di Roma dove è arrivata ad accompagnare il film che la vede protagonista. No, non ancora 007 Spectre di Sam Mendes che uscirà il 5 novembre e dove interpreta “Lucia Sciarra, una vedova con tanti segreti” dice Monica, bensì Ville-Marie, opera seconda del regista canadese Guy Édoin già autore di Marécages presentato alla Settimana della critica a Venezia 2011. In Ville-Marie la Bellucci interpreta un attrice europea, forse francese, di nome Sophie Bernard, ed è uno dei quattro personaggi le cui vite si intrecciano in una notte disastrosa a Montreal dove Sophie deve girare un film e dove cerca e ritrova suoi figlio, che è gay, che non vede da tre anni e che la odia a morte perché non gli ha mai voluto rivelare l’identità di suo padre. Gli altri due personaggi sono un’infermiera e l’autista di un’autoambulanza. Eccola in conferenza stampa a rispondere alle nostre domande.
Cosa l’ha spinta a fare questo film, cosa le è piaciuto?
Lei aveva già visto Marécages, il primo lungometraggio di Guy Édoin?
Anche lei come il personaggio di Sophie Bernard è un’attrice e una madre, come ha affrontato questo ruolo?
Ma lei si sente più vicina alla madre attrice e glamour che comunque cerca di dedicare del tempo a suo figlio o più alla madre che si strucca, bada meno all’apparenza e gli dedica tutto il tempo che può?
La bellezza che certo ha contato molto nella sua carriera, con il tempo che passa può lasciare spazio a qualcosa di diverso come la ricerca personale?
A tal proposito, molte attrici bellissime, come Charlize Theron in Monster ad esempio, hanno avuto grande successo in ruoli in cui sono apparse molto brutte. Se le chiedessero di interpretare un ruolo per cui dovrebbe apparire bruttissima, lo farebbe?
E invece un ruolo comico in una commedia, come ai tempi de I mitici-Colpo gobbo a Milano del 1994, le piacerebbe?