Oscar 2016, stanotte la cerimonia. Favoriti Revenant, Spotlight, Di Caprio e Brie Larson

di Patrizia Simonetti

Revenant

o Il caso Spotlight? Leonardo DiCaprio o Matt Damon? Cate Blanchett o Brie Larson?
Impazza il toto Oscar 2016 (qui tutte le nominations) a poche ore dalla magica notte, quella tra stasera, domenica 28, e domani, lunedì 29 febbraio, quando sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles si alterneranno i vincitori degli Academy Awards® di questa 88esima edizione condotta dal comico Chris Rock e trasmessa in diretta dalle 22.30 da Sky Cinema Oscar® HD, il canale dedicato fino al 6 marzo ai film che negli anni hanno conquistato la statuetta dorata, e in chiaro su TV8, in studio il critico cinematografico Gianni Canova e i giornalisti Francesco Castelnuovo e Denise Negri, tutto anche su Twitter con hashtag #SkyCinemaOscar. L’evento sarà poi riproposto per intero lunedì 29 febbraio dalle 10.20 sempre su Sky Cinema Oscar® HD dove alle 21.10 andrà in onda Il meglio della Notte degli Oscar® 2016.
Revenant – Redivivo di Alejandro Gonzalez Inarritu è il film con più candidature, 12 per la precisione, comprese quella per il miglior film, per il miglior regista e per il miglior attore protagonista, quel Leonardo DiCaprio alla sua quinta nomination ma a zero statuette, al quale però è già andato uno dei tre Golden Globes conquistati dalla storia dell’esploratore Hugh Glass portata sul grande schermo dal regista messicano, già triplo premio Oscar per Birdman. Soltanto due in meno ne ha Mad Max: Fury Road di George Miller, una “rivisitazione della saga” a detta dello stesso regista, con Tom Hardy e Charlize Theron.
Detto di DiCaprio, non va sottovalutata la concorrenza di Matt Damon, astronauta dimenticato su Marte in The Martian di Ridley Scott che in tutto conta 6 nominations. E poi c’è Bryan Cranston, protagonista de L’Ultima parola di Jay Roach, ovvero la storia del grande sceneggiatore hollywoodiano degli anni cinquanta Dalton Trumbo.
Sei nominations anche per Il caso Spotlight: il film di Tom McCarthy che racconta l’inchiesta sugli abusi sessuali dei preti cattolici negli Stati Uniti condotta realmente da un gruppo di giornalisti del Boston Globe, con Michael Keaton, Liev Schreiber, Mark Ruffalo e Rachel McAdams, è dato da molti per favorito. Da tenere d’ochio anche La grande scommessa – The big short di Adam McKay ispirato all’omonimo libro-inchiesta di Michael Lewis che riporta alle origini della crisi economica americana del 2007, con Brad Pitt, Christian Bale, Marisa Tomei.

Cate Blanchett, splendida protagonista di Carol di Todd Haynes se la deve vedere con l’elegante Charlotte Rampling scelta da Andrew Haigh per 45 anni, ma si punta molto anche su Brie Larson, già Golden Globe per Room di Lenny Abrahamson, adattamento cinematografico del romanzo Stanza, letto, armadio, specchio (Room) di Emma Donoghue, qui sceneggiatrice e produttrice, a sua volta ispirato al caso Fritzl, nelle nostre sale dal 3 marzo. Tra gli attori non protagonisti salgono le quotazioni di Sylvester Stallone, di nuovo Rocky in Creed di Ryan Coogler, e di Kate Winslet per Steve Jobs di Danny Boyle.

Come dimenticare i film d’animazione, sempre più film e sempre meno cartoni, come Inside out, protagoniste le emozioni, del già premio Oscar Pete Docter, o come Quando c’era Marnie di Hiromasa Yonebayashi del leggendario Studio Ghibli. Per il miglior film straniero è candidato anche Il figlio di Saul, opera prima di Laszlo Nemes, anche lui già vincitore di un Golden Globe, sugli orrori di Auschwitz con il poeta ungherese Gèza Rohrig (qui la nostra videointervista), anche lui al suo debutto cinematografico. All’Italia, dopo la delusione di Non essere cattivo di Claudio Caligari, non incluso nella cinquina dei film stranieri, punta sulla musica con la candidatura di Ennio Morricone, già Oscar alla carriera, per la colonna sonora di The Hateful Eight di Quentin Tarantino, e quella di Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino ma solo per la canzone Simple Song #3 di David Lang cantata dal soprano sudcoreano Sumi Jo che nel film interpreta se stessa, accompagnata dal violino di Viktoria Mullova della BBC Concert Orchestra London diretta da Terry Davis.