Per una serie di circostanze, tu chiamalo se vuoi destino, Anna ritorna al suo paese del sud e, travolta dagli eventi, da vicesindaco diventa sindaco e sacrifica tutta se stessa per poter cambiare il posto dov’è nata che non se la passa proprio bene e ridare speranza e dignità ai suoi concittadini. Ma non è facile, a remare contro c’è anche l’ex sindaco, e poi ci sono le due famiglie mafiose dei Malorni e dei Cafuero che si fanno la guerra e persino sua sorella non sembra troppo contenta del suo ritorno dopo vent’anni. Dopo il successo di Sotto copertura che ha superato il 24% di share, Rai1 punta ancora sulla fiction di mafia, stavolta con una serie più lunga: Questo è il mio paese, sei puntate in onda lunedì 9 e martedì 10 novembre e poi per altri quattro lunedì.
Il paese in questione si chiama Calura, nome che è già tutto un programma, nella realtà non esiste ma è stato creato dalla fantasia degli sceneggiatori, Sandro Petraglia ed Elena Buccaccio, e dall’immaginazione del regista Michele Soavi che lo ha reso “reale”, racconta, fondendo tre piccoli centri del sud: Castelmezzano in provincia di Potenza, dove il mare non c’è ma la magia della TV ci mette niente a infilarcelo, Vico del Gargano e Peschici nel foggiano. “Non sono un grande esperto di politica – ci dice Soavi che ci aveva già anticipato questo suo progetto – e per me è stata una bellissima sfida; ho cercato di spettacolarizzare i sentimenti e i posti, per me gli spazi sono importanti, le tinte, le rocce taglienti, e piano piano la storia si è fatta vedere da me attraverso queste immagini e anche grazie a una grande orchestra di attori che hanno suonato una bellissima musica, ognuno era accordato con il suo personaggio”.
A cominciare dalla protagonista Anna interpretata da Violante Placido (qui nella nostra videointervista), e c’è pure papà Michele: “una bella emozione – dice lei – perchè non c’eravamo mai confrontati come attori, ma lui nella serie è il mio antagonista, per cui ognuno stava nel suo personaggio, non ci siamo dati nessun consiglio”. Lui infatti, che ci aveva anticipato questa serie nella nostra recente intervista per Io che amo solo te, stavolta fa il boss e “sto per andare in Russia a festeggiare i trent’anni de La Piovra – ci dice – che fu il primo programma Rai che arrivò dopo la caduta del comunismo, e che da noi ha aperto gli occhi agli italiani spiegando cos’era la cupola mafiosa. Oggi non è cambiato niente – continua Michele Placido – però ci sono persone che definirei degli eroi, ma noi li dobbiamo sostenere, aiutare, li dobbiamo mandare nelle scuole e renderli inattaccabili. Nella metafora di un paesino del sud c’è la metafora di quella parte del paese che non vuole cambiare le cose. E le donne rappresentano ancora l’anticorpo che permette che ci sia ancora speranza in questo paese”.
Le donne, appunto. Quando infatti Anna arriva a Calura con i suoi tre figli per seguire il marito trasferito lì per lavoro, la sua amica di vecchia data, Emilia, ha già vinto le elezioni comunali e la nuova giunta è tutta al femminile. Con Emilia, Anna ritrova anche l’altra sua vecchia amica, Gina, ora comandante dei Ros. In realtà a formare il gruppo vent’anni prima erano in quattro e si erano date i nomi de Le piccole donne, Lucia però scomparve misteriosamente. Ma il legame tra tutte loro è ancora molto forte e insieme trovano la forza necessaria per lottare e vincere. “Siamo partiti per un viaggio tre anni fa – racconta la sceneggiatrice Elena Buccaccio – andando a trovare tutte le donne sindaco della Calabria, alcune già minacciate, alcune sotto scorta, tutte con vite difficili ma tutte consapevoli di ciò che stavano facendo, e nonostante questo allegre e con un grande contatto l’una con l’altra. Questo concetto di comunità femminile in un sud molto maschile è stato quello che ci ha guidato”.
E a dire il vero Anna ritrova pure il suo grande amore Corrado che vent’anni prima gli ha spezzato il cuore: a interpretarlo è Francesco Montanari. Nel cast anche Fausto Maria Sciarappa (il marito di Anna, Lorenzo), Gioia Spaziani (Emilia), Loredana Cannata (Gina), Sergio Friscia (il magistrato) e Ninni Bruschetta (l’ex sindaco Cardi).