SANREMO. “Un sogno diventato realtà”. Così Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, ovvero Il Volo, hanno commentato a caldo la loro vittoria al Festival di Sanremo 2015 arrivata all’una e dieci alla fine di una lunga, quinta serata. Al secondo posto Nek, al terzo Malika Ayane. Nati come gruppo durante Ti lascio una canzone condotto da Antonella Clerici su Rai1 dove si erano inizialmente esibiti come solisti, conosciuti prima come i Tre Tenorini, poi come Il Trio e infine come Il Volo, sono stati i primi artisti italiani a firmare con una major statunitense, la Geffen Records, e in realtà sono stati sempre più apprezzati all’estero che in Italia, così dopo la loro partecipazione al Festival di Sanremo come ospiti cinque anni fa, quest’anno hanno deciso di tornare sul palco dell’Ariston in gara tra i Big con la canzone Grande amore, collezionando applausi e standing ovation e risultando sin da subito tra i più accreditati alla vittoria finale. Ecco cosa ci avevano raccontato nella nostra intervista alla vigilia della vittoria.
Visto il grande apprezzamento da parte del pubblico dell’Ariston, pensate di vincere il Festival di Sanremo 2015?
Non lo sappiamo, tenendo presente che al giorno d’oggi è già difficile parlare di musica e poi non è sempre quella buona a vincere. Qualunque sia l’esito però, noi ci volevamo e ci vogliamo divertire.
Quando avete deciso di tornare al Festival di Sanremo ma stavolta come cantanti in gara?
Eravamo appena tornati dalla Cina dove ci siamo esibiti a Pechino riscuotendo grande successo e allora ci siamo detti: perché non tornare nel nostro paese e partecipare all’evento musicale italiano più importante? Del resto portiamo la bellezza della musica italiana nel mondo ed è questo che vogliamo trasmettere.
Quindi siete qui per farvi apprezzare di più nel vostro paese…
Sappiamo che il mercato italiano è diverso da quello estero e soprattutto da quello americano e sudamericano, ma nella vita bisogna rischiare e provare.
Non pensate di essere un po’ troppo classici per il Festival di Sanremo e per il mercato italiano?
Assolutamente no perché, anche se siamo sempre stati visti come tre ragazzini che cantano con voci imponenti, non è così. La maggior parte delle persone pensa che noi cantiamo solo musica classica, ma non è vero. Cantiamo anche quella, certo, ma abbiamo tanto da dire anche con le nostre canzoni e disponiamo di un nostro repertorio di inediti molto vasto.
Come state vivendo questa esperienza?
Sicuramente alla grande perché è una bella sensazione poter condividere questa grande emozione anche con i nostri colleghi italiani e con i nostri amici italiani perché davvero ci siamo resi conto che sono delle grandi persone.