È l’antidiva della porta accanto. Una semplicità che si traduce in carisma. Anche a Roma si rivela questo il segreto del successo di Teresa Mannino che fa il pieno di applausi alla sua prima data capitolina all’Ambra Jovinelli con Sono nata il 23, un monologo scritto insieme a Giovanna Donini e dedicato alla figlia. L’attrice e comica siciliana, nata proprio il giorno 23 del novembre del 1970, racconta la sua vita e i cambiamenti che l’hanno caratterizzata.
Ma non solo. Parla di uomini e donne, di tradimenti senza alcun filtro, sullo sfondo dell’isola natia, della sua Palermo ricostruita sul palco nei suoi suggestivi scorci. “L’Odissea è lo specchio ideale del rapporto uomo-donna: Omero ci mette dieci anni per andare da Troia a Itaca come tuo marito che ci mette tre ore ad andare a fare la spesa e torna senza aver comprato il pane” racconta interagendo con il pubblico la Mannino, indimenticabile protagonista di Zelig e nel riuscitissimo spettacolo de La7 Se stasera sono qui. La gente ride, applaude e sollecitata offre spunti che arricchiscono lo show dell’artista siciliana. “Il Lazio è la regione in cui si tradisce di più. Il 50 percento è cornuto. L’altro 50 per cento non sa di esserlo” continua raccontando le differenze anche nell’affrontare il tradimento in altri Paesi: “in Scandinavia se una donna trova il suo uomo con l’amante, chiude la porta, chiede scusa e poi tutti insieme ne discutono. In Sicilia invece se una donna coglie in flagrante il suo partner, chiede scusa, chiude le porta. E la mura”.
La risata è spesso terapeutica, dissacra anche i dolori provati da tutti. E sembra accadere proprio questo grazie alla capacità della Mannino di trasformare anche l’amara verità con una raffinata ironia. “Ero una ribelle ma i miei genitori mi hanno sostenuta anche quando ad esempio ho scelto percorsi universitari diversi” rivela la Mannino, terzogenita laureata in filosofia con il papà, fratello e sorelle, tutti medici. E oggi, che da figlia è diventata madre, mette a fuoco il rapporto genitori-figli in cui siamo diventati troppo protettivi a scapito di bambini che crescono nell’insicurezza. “I bambini negli anni 70 facevano i bambini”. E nei ricordi del passato, affiora sempre con il sorriso quello dell’essere in famiglia la terzogenita: “mia sorella più grande veniva lavata con l’acqua Evian, io con l’acqua piovana”.
Insomma si ride tanto. Il pubblico applaude. Ma se ne va pensando anche al senso della vita, delle gioie e dei dolori. Che spesso sono le facce della stessa medaglia. Sono nata il 23 resterà al Teatro Ambra Jovinelli fino al 29 marzo per poi proseguire il suo tour per l’Italia.
Queste le altre date:
1-2 aprile Modena – Teatro Michelangelo
10-11 aprile Genova – Politeama Genovese
15 aprile Borgomanero, Novara – Teatro Nuovo
16 aprile Biella – Cinemateatro Odeon
17 aprile Montalto Dora – Anfiteatro Burbatti
18 aprile Legnano, Milano – Teatro Galleria
21 aprile Trento – Teatro Santa Chiara
22 aprile Conegliano, Treviso – Teatro Accademia
23 aprile Belluno – Teatro Comunale
28-30 aprile Napoli – Teatro Bellini