È il 22 giugno 1983. Alle 19 più o meno Emanuela esce dalla scuola di musica che frequenta e dove studia pianoforte, flauto traverso e canto corale, e chiama a casa: a una delle sue sorelle dice di aver avuto un’offerta di lavoro per promuovere dei cosmetici a una sfilata di moda, l’altra ragazza le raccomanda di non fidarsi troppo e di tornare a casa per parlarne con mamma e papà. Anche le due amiche con le quali poi aspetta l’autobus la mettono in guardia, e lei le tranquillizza: non avrebbe mai accettato se non ne avesse parlato prima con i suoi genitori. Le due amiche vanno, lei aspetta il bus dopo, dice, ma da allora non la vedrà più nessuno. Emanuela Orlandi ha 15 anni quando scompare dal centro di Roma e dalla faccia della terra. Viveva in Vaticano perché suo padre fa il commesso pontificio e non ci vuole molto a collegare la sua scomparsa ad un intreccio forte quanto inquietante e losco tra i poteri forti del Vaticano stesso e della Banda della Magliana, ramificazioni che si allungano nello spazio e nel tempo a coinvolgere sempre più politica, criminalità organizzata e una parte della Chiesa, fino a Mafia Capitale.
Il 19 ottobre 2015 il gip Giovanni Giorgianni approva l’archiviazione dell’inchiesta sui sei indagati per sequestro di persona a scopo di estorsione e omicidio volontario, tutti legati a Enrico De Pedis della banda della Magliana morto ammazzato il 2 febbraio 1990. E un paio di mesi fala Sesta sezione penale della Cassazione boccia il ricorso per la sua riapertura presentato dall’avvocato Pietro Sarrocco per conto di Maria Orlandi, mamma di Emanuela. Sono passati 33 anni e adesso a raccontare la storia di Emanuela Orlandi e tutto ciò che le ha girato e le gira intorno è un film firmato da Roberto Faenza dal titolo emblematico quanto disincantato: La verità sta in cielo, una produzione Jean Vigo Italia con Rai Cinema, protagonisti Greta Scarano, Riccardo Scamarcio, Maya Sansa e Valentina Lodovini, che sarà al cinema il 6 ottobre prossimo grazie a 01 Distribution.