Marco Bellocchio, Luca Guadagnino, Piero Messina e Giuseppe Guadino: sono loro i fantastici quattro di Venezia 72, la Mostra del Cinema che si aprirà il 2 settembre in Laguna, ancora sotto la direzione di Alberto Barbera, con Everest, dell’islandese Baltasar Kormákur. 21 i film in concorso.
Sangue del mio sangue il titolo di quello di Bellocchio, con Roberto Herlitzka, Pier Giorgio ed Elena Bellocchio, Fausto Russo Alesi, Alba Rohrwacher, Federica Fracassi, Filippo Timi, che racconta una storia intima a cavallo fra il Seicento e i giorni nostri e sarà al cinema dal 9 settembre; A bigger splash quello del lavoro di Guadagnino che con il triangolo amoroso tra Tilda Swinton, Ralph Fiennes e Dakota Johnson porta sul grande schermo il remake de La Piscina, film del 1969 diretto da Jacques Deray con Alain Delon e Romy Schneider; L’attesa è invece l’opera prima di Piero Messina, in sala dal 17 settembre: l’ex assistente di Paolo Sorrentino ha scelto Juliette Binoche come protagonista del suo film d’esordio ambientato in Sicilia; Per amor vostro infine la pellicola in bianco e nero di Giuseppe Gaudino, protagonista Valeria Golino combattuta tra responsabilità familiari e bisogno di evasione, madre di un ragazzo sordo: proprio per questo film l’attrice ha dovuto imparare la Lis, la lingua dei segni, ed è stata la madrina del Cinedeaf (leggi la nostra intervista a Valeria Golino).
Infine, ma poi neanche tanto, perché, anche se non in concorso, al Lido arriva anche come Evento Speciale Non essere cattivo, film postumo del compianto Claudio Caligari.
Ce ne sono anche altri di italiani a Venezia come Renato De Maria con Italian gangster e Alberto Caviglia con Pecore in erba in gara nella sezione Orizzonti e Gianfranco Pannone e Franco Maresco con i documentari fuori concorso L’esercito più piccolo del mondo e Gli uomini di questa città io non li conosco. Ricche di pellicole tricolore anche le Giornate degli autori (qui tutti i dettagli) e la Settimana della Critica.
Tra gli altri registi in corsa per il Leone d’Oro anche Tsai Ming-Liang, Aleksandr Sukorov e Rodrigo Plà, Frederick Wiseman, Jerzy Skolimowski, Tom Hooper e Charlie Kaufman.
Degno di nota l’esordio cinematografico con un lungometraggio della performer Laurie Anderson, vedova di Lou Reed, con Heart of a Dog, sul tema della perdita che dice di conoscere molto bene in quanto ha già perso la madre, il marito e anche il suo amatissimo cane.
In anteprima mondiale e fuori concorso Black Mass di Scott Cooper con un Johnny Depp calvo a interpretare il gangster irlandese James “Whitey” Bulger che si allea con l’FBI contro la mafia italiana, prima star a sfilare al Lido.
Al Lido anche presentati anche 20 classici, quasi tutti restaurati.
In giuria, presieduta dal regista messicano Alfonso Cuaron, anche il pluripremiato per il suo Anime Nere Francesco Munzi che “sento una grande responsabilità e svolgerò questo ruolo molto seriamente – dice e con umiltà aggiunge – stare dall’altra parte dove non sono mai stato mi sarà utile per capire cose che non conosco. Mi farò incuriosire da film che non saprei fare”.
Di seguito il programma completo di Venezia 72:
I FILM IN CONCORSO
– Abluka (Frenzy) di Emin Alper – Turchia, Francia, Qatar
– Heart of a Dog di Laurie Anderson – Usa
– Sangue del mio Sangue di Marco Bellocchio – Italia, Francia Svizzera
– Looking for Grace di Sue Brooks – Australia
– Equals di Drake Doremus – Usa
– Remember di Atom Egoyan – Canada, Germania
– Beasts of No Nation di Cary Fukunaga – Usa
– Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino – Italia, Francia
– Marguerite di Xavier Giannoli – Francia, Repubblica Ceca, Belgio
– Rabin, the last day di Amos Gitai – Israele, Francia
– A bigger splash di Luca Guadagnino – Italia, Francia
– The endless river di Oliver Hermanus – Sud Africa, Francia
– The Danish Girl di Tom Hooper – Gran Bretagna Usa
– Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson – Usa (animazione)
– L’Attesa di Piero Messina – Italia, Francia
– 11 Minut (11 minutes) di Jerzy Skolimowski – Polonia, Irlanda
– Francofonia di Aleksandr Sokurov – Francia, Germania, Paesi Bassi
– El Clan di Pablo Trapero – Argentina, Spagna
– Desde Allà di Lorenzo Vigas – Venezuela, Messico
– L’Hermine di Kristian Vincent – Francia
– Behemoth di Zhao Liang – Cina, Francia (documentario)
FILM D’APERTURA
– Everest di Baltasar Kormakur – Gran Bretagna, Usa
FILM DI CHIUSURA
– Lao Pao Er (Mr Six) di Hu Guan – Cina
FICTION
– Go with Me di Daniel Alfredson – Usa, Canada, Svezia
– Non essere cattivo di Claudio Caligari – Italia
– Black Mass di Scott Cooper – Usa
– Spotlight di Thomas McCarthy – Usa
– La Calle de la Amargura di Arturo Ripstein – Messico, Spagna
– The Audition di Martin Scorsese – Usa
NON FICTION
– Winter on Fire di Evgeny Afineevsky – Ucraina (documentario)
– The Palma di Noah Baumbach e Jake Paltrow – Usa (documentario)
– Janis di Amy Berg – Usa (documentario)
– Sobytie (the event) di Sergei Loznitsa – Paesi Bassi, Belgio (documentario)
– Gli uomini di questa città io non li conosco di Franco Maresco – Italia (documentario)
– L’esercito più piccolo del mondo di Gianfranco Pannone – Città del Vaticano, Italia, Svizzera (documentario)
– Na Ri Xiavu (Afternoon) di Tsai Ming-liang – Thaipei Cinese
– In Jackson Heights di Frederick Wiseman – Usa (documentario)
PROIEZIONE SPECIALE
– Human di Yann Arthus-Bertrand – Francia (documentario)
LEONE D’ORO ALLA CARRIERA
– Le vie et rien d’autre di Bertrand Tavernier – Francia
ORIZZONTI
– Madame Courage di Merzak Allouache – Algeria, Francia, Emirati Arabi Uniti
– A Copy of my mind di Joko Anwar – Indonesia, Corea del Sud
– Pecore in Erba di Alberto Caviglia – Italia
– Tempête di Samuel Collardey – Francia
– The Childood of a Leader di Brady Corbet – Gran Bretagna, Ungheria, Belgio, Francia
– Italian Gangster di Renato de Maria – Italia
– Charshanbeh, 19 ordibehesht (Wednesday, May 9) di Vahid Jalilvandd – Iran
– Mountain di Yaelle Kayam – Israele
– Krigen (a War) di Tobias Lindholm – Danimarca
– Visaaranai (interrogation) di Vetri Maaran – India
– Free in Deed di Jake Mahaffy – Usa, Nuova Zelanda
– Boi Neon di Gabriel Mascaro – Brasile, Uruguay, Paesi Bassi
– Man Down di Dito Montiel – Usa
– Lama Azavtani (Why Hast Thou Forsaken Me?) di Hadar Morag – Israele, Francia
– Un Monstruo de mil Cabezas di Rodrigo Flà – Messico
– Mate-Me por Favor di Anita Rocha da Silveira – Brasile, Argentina
– Taj Mahal di Nicolas Saada – Francia, Belgio
Interruption di Yorgos Zois – Gracia, Francia, Croazia