Tre Oscar e tantissimi altri premi, film indimenticabili come Notorius e Casablanca, una storia d’amore che ha scandalizzato il mondo e pure Hollywood che per un po’ di lei non ha voluto sentir parlare. Ingrid Bergman avrebbe oggi cento anni se non se ne fosse andata, per ironia della sorte nello stesso giorno della sua nascita, il 29 agosto del 1982.
A renderle omaggio è la figlia Isabella Rossellini, avuta dall’attrice svedese assieme alla gemella Isotta Ingrid e due anni dopo Roberto Junior, dal regista Roberto Rossellini che a lei, nel 1950, diede la parte che aveva pensato per la sua compagna di allora, Anna Magnani, in Stromboli terra di Dio, e da allora cercò di tenerla solo per se, ma non ci riuscì per molto. “Mia madre era una delle prime donne veramente indipendenti, diventare attrice è stato come rispondere a una vocazione, diceva sempre che non era stata lei a scegliere la recitazione, ma tutto il contrario” dice Isabella che chiude a Roma stasera, domenica 11 ottobre nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, il tour di The Ingrid Bergman Tribute, omaggio teatrale alla madre, ideato e scritto da Ludovica Damiani e Guido Torlonia, partito da Londra il 6 settembre e già portato a New York e a Parigi, con lei sul palco come voce narranti Jeremy Irons, Fanny Ardant e Gerard Depardieu.
Nella tappa romana è una sua fiamma di gioventù, Christian De Sica, a supportarla nella lettura di tante lettere della madre: “ho conosciuto Isabella che eravamo ragazzi al mare, a Santa Marinella – racconta l’attore romano – e quando sono andato in Francia a conoscere la madre per me è stato come vedere la Madonna”. A raccontare Ingrid Bergman anche interviste ad amici e colleghi, videoproiezioni, stralci di film e anche i “filmetti”, come li definisce Isabella Rossellini, girati in famiglia.