Non è sempre detto che bellezza faccia rima con piacere e che un figo alto, snello, dai lineamenti perfetti, gli occhi di ghiaccio e tanto di tartaruga sullo stomaco, tale e quale a Giulio Berruti, sia sempre in grado di soddisfare una donna a letto, tanto più se somiglia a Vanessa Incontrada e per sua stessa ammissione soffre di anorgasmia, ovvero non raggiunge mai l’orgasmo, neanche sotto la doccia con la paperella vibrante, e neanche con lui che, guarda caso, è il suo amore mai corrisposto dei tempi del liceo ed ora invece che lei non è più un ammasso di ciccia e brufoli, la vuole a tutti i costi. Magari invece si rivela più utile allo scopo un tipo un po’ goffo identico a Enrico Brignano, certo non atletico, che non fa sesso da quattro anni, lavora come tolettatore di cani ma per arrotondare gira e posta dei video con stranezze animali sul suo blog, ha una macchina ricoperta di pelliccia con tanto di orecchie, coda e tartufo, porta a spasso uno scimpanzé in pulmino e adora la cucina romanesca ruspante, mentre lei è invece sempre elegante e sofisticata e con un bel po’ di puzza sotto al naso e lavora, si fa per dire, nell’azienda della spocchiosa e snobissima madre come food designer, ovvero creatrice di cibo bello da vedere, che se poi in bocca non è un granché pazienza, perché tanto per assicurarsi il catering per la visita di Obama a Roma va bene così. Basta un imprevisto e un equivoco e Orazio diventa per Chiara quel GPS, Generoso Partner Sessuale, consigliatole dall’amica Francesca, uguale uguale a Ilaria Spada, per rivolvere il suo problema…
Ecco Tutte lo vogliono, la nuova commedia di Alessio Maria Federici, protagonisti, appunto, Enrico Brignano, Vanessa Incontrada e Giulio Berruti nei rispettivi ruoli di Orazio, Chiara e Raffaello, da giovedì 17 settembre in 350 sale, tema centrale il sesso, o meglio l’orgasmo.
“Io me la cavo abbastanza bene – ci racconta tranquillamente Vanessa Incontrada – a volte sì e a volte no, ovvio. Parlare di orgasmo non dovrebbe essere più un tabù nel 2015, così come il sesso che è una delle componenti più importanti in una coppia e assolutamente da non sottovalutare, perché nell’amore la prima cosa è la passione, la pelle. E poi ridere, perché quando non ti diverti più in coppia, è il momento di parlarne. Trovare l’orgasmo per Chiara è allo stesso tempo trovare l’uomo della sua vita che va oltre all’essere soddisfatta sessualmente. Da piccole ci insegnano che il principe azzurro dev’essere per forza bello, ma dove sta scritto? Certo, questa è una commedia, un film che ti va di andare a vedere la sera per alleggerirti la giornata”.
“L’addominale non vince sempre – ci dice Enrico Brignano – non vince sempre la tartaruga, ma vince anche la maniglia dell’amore, la pancetta insomma. Io nella vita non mi sono mai sentito a disagio per non avere l’addominale scolpito. E poi non mi sembra che Johnny Depp a Venezia sia arrivato con l’addominale scolpito…” E il sesso? “Un tempo la donna serviva soltanto a fare figli – risponde – oggi invece che abbiamo capito che la vita è breve e va vissuta fino in fondo, fare l’amore con tutti i crismi e i sentimenti è cosa buona e giusta. Credo che anche Papa Francesco tra un po’ lo dirà o ce lo farà capire, magari non dalla finestra ma stanco, di ritorno da qualche viaggio, in barba a quelli che invece ancora pensano che per motivi religiosi la donna non debba godere”.
“Io sono l’uomo perfetto, secondo quei canoni che ricordano un po’ gli uomini di oggi – si presenta Giulio Berruti descrivendo Raffaello – quindi una persona un po’ spietata che pensa solo al suo lavoro e che ha nella carriera l’unica forma di espressione di sé. Spesso le persone vengono idealizzate e Chiara se ne renderà conto preferendo quell’uomo che è molto distante da quello che forse avrebbe voluto al suo fianco”.
“Il 44% delle donne italiane finge o ha finto almeno due volte nella vita l’orgasmo, il che vuol dire che c’è un buon 50% di maschi italiani che viene preso per il culo e questa per me è stata la cosa più interessante da raccontare – taglia corto il regista Federici – provando anche a giocare sul fatto che alla fine se si impara ad accettarsi per quello che si è, forse si sta meglio con se stessi e anche con gli altri”.
Nel film ci sono anche diversi animali e gli aneddoti che abbiamo chiesto a Brignano di raccontarci sono ancora più esilaranti delle scene stesse: “c’era un porcellino di 100 chili, vietnamita, manco italiano, ancora più annoiato, che chiedeva sempre “mo che dovemo fa?”, ma tutto in vietnamita, ed è stato complicato girare la camera a favore suo mentre mangiava la pizza bianca senza guardarla, come fanno i macchinisti, e io che tentavo spiegargli che toccava a lui e dovevamo fargli un primo piano… poi dopo un po’ il maiale suda e quello vietnamita suda un po’ di più… A Campo Imperatore invece ho portato a spasso con un pulmino di cinquant’anni uno scimpanzé francese che mi sedeva a fianco, e dovevo guidare, guardare in camera, ricordarmi le battute, tutto mentre quello faceva quello che voleva e a un certo punto se l’è fatta pure sotto… tutta… Poi abbiamo passeggiato a via Margutta con il porcellino piccolo, figlio di quello grande di prima, che non voleva camminare: commentava le buche di Roma e lui stesso ha detto: ‘sto porcile, non ce vengo più a Roma’ mentre twittava con Gassman e con il sindaco…”