C’è un paese in Irpinia che si chiama Calitri. Sta in provincia di Avellino e lo chiamano pure il paese dell’Eco. È uno di quei paesi dove le case sembrano cementate l’una con l’altra, quasi sovrapposte, e in mezzo tanti, ma tanti scalini. Oltre ad un orologio in piazza che sta fermo dagli anni del terremoto, non ha molto altro di particolare se non che c’è nato Vito Capossela, papà di Vinicio, che invece è nato in Germania, ad Hannover, per la precisione.
Ma le radici si sa sono importanti, così il cantautore, polistrumentista e scrittore ha deciso di andarlo a conoscere quel paese, che poi sta vicino a quello della mamma che si chiama Andretta, non la mamma, ma il paese. “Un paese è la cosa più cosmopolita perché ci racconta tutti i paesi” dice Capossela. Ci è andato dunque “nelle terre degli avi” per rispondere al bisogno più antico che è “conosci te stesso”, per cui ci è andato da viaggiatore, o meglio da viandante, che poi vuol dire “mettersi in via”, sempre facendo attenzione ai crucistrada, che sono gli incroci di destini. Un viaggio reale, geografico, ma anche immaginario e fantastico in quel paese tra trivelle petrolifere e pale eoliche che “se ne sta sopra un dirupo, come una specie di Olimpo” tra boschi e una natura antica e magica che ancora conserva il “mondo della verità”, e sopra un monte così in alto che si immaginava che i suoi abitanti “vivessero fra le intemperie e dovessero coprirsi la testa”.
Per questo lo chiamano anche Il paese dei coppoloni, proprio come Vinicio Capossela ha intitolato il suo ultimo libro edito da Feltrinelli, peraltro candidato al Premio Strega, che gli ci sono voluti 17 anni per scriverlo. Il viaggio è il libro stesso, e insieme, il viaggio e il libro diventano uno speciale TV intitolato Tra sacro e profano – Nel paese dei coppoloni, diretto da Stefano Obino e prodotto da LaEffe con Pulsemedia, stasera, mercoledì 6 maggio, alle 21 in prima TV assoluta su LaEffe, per il ciclo Secondo me dedicato agli autori.
Il viaggio-racconto-docufilm comincia con Capossela davanti a un fuoco che, con uno strano cappello in testa, tiene dei fogli di carta in mano, anzi, le pagine di un libro, il suo libro, e le brucia ad una ad una parlando del tempo. La storia si evolve tra letture e immagini, quelle dei personaggi incontrati nel viaggio che ne fanno la trama e la storia, che hanno tutti la coppola e pure dei stortinomi, come Matalena, che fa il priore e suona il violino, come Cacapatane “appassionato di mascalgìa, sicuranza e soprattutto di chiacchiere, parlava veloce e veloce aveva il pensiero”, Scatozza “domatore di camion”, Mandarino “pascitore di uomini” e ancora la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Testadiuccello, Camoia e la Marescialla. E poi la musica che non può mancare, suonata e cantata, per gli sposi e per il morto, che sia un uomo o un maiale da ammazzare, e ce n’è pure per la resa dei conti.
Il trailer di Tra sacro e profano – Nel paese dei coppoloni: