La mafia uccide solo d’estate è stato un successone. Non male per un’opera prima, quella di Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, cui si deve quel nuovo modo di raccontare la mafia, con ironia, ridendoci su ma con rispetto di chi ne è vittima, una presa in giro, uno sberleffo, ma anche un’ode agli eroi che l’hanno combattuta e la combattono ogni giorno. Così a tre anni di distanza ci riprova, e fa di nuovo centro, con In guerra per amore. Ma perché non raccontare così la mafia anche in TV? Ecco allora La mafia uccide solo d’estate – La serie, sei puntate dirette da Luca Ribuoli al via stasera, lunedì 21 novembre in prima serata su Rai 1 con Anna Foglietta e Claudio Gioè, Francesco Scianna e Valentina D’Agostino, Angela Curri e il piccolo Eduardo Buscetta che è Salvatore, ovvero quel Pif bambino che nel film si chiamava Arturo. E poi Nino Frassica e Dario Aita. Pif però non c’è, di lui solo l’idea e la voce narrante, ma ci sono le storie dei grandi, come quella di Boris Giuliano (Nicola Rignanese) che per combattere la mafia, lui come tanti, ci ha rimesso la vita. “L’approccio è lo stesso del film e della serie – ci dice Pif nella nostra videointervista che trovate a fine articolo – così come il modo di raccontare che nella serie è potenziato dal fatto di andare in onda su Rai 1. Riuscire a prendere in giro la mafia ispirandoci a Peppino Impastato, ma non in una radio locale bensì attraverso la Rai credo sia un successo culturale”. Pif l’ha tenuta a battesimo questa serie presenziando e presentandola all’anteprima romana dove lo abbiamo incontrato, ribadendone l’importanza soprattutto per le nuove generazioni perché “se nessuno ti racconta la storia di queste persone come Rocco Chinnici – dice – tu non le puoi sapere…” Ecco dunque la nostra videointervista a Pif:
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