Narratori di storie improbabili e attrici prigioniere del proscenio, pittori incompresi e ballerine impazzite, musicisti scordati e sollevatori di anime depresse, cantanti senza pentagramma e compagnie senza compagni, maghi senza bacchetta e super eroine con troppi punti deboli per farci un film…. Non certo un Festival come gli altri, dunque, Il dono della diversità, al via con l’undicesima edizione sabato 25 marzo a Roma, un appuntamento annuale, perché alla diversità e all’unicità ci si affeziona facilmente, ideato e diretto da Alessandro Ghebreigziabiher che da un suo racconto e dalla sua compagnia teatrale prende il e realizzato in collaborazione con Cecilia Moreschi. Quest’anno si mescolano ancor più le carte: La diversità delle arti il titolo dell’edizione numero 11 dell’indisciplinata rassegna, un contenitore multidisciplinare con un’unica separazione tra due parti, corrispondenti a quelle del bando che l’ha preceduta, l’una che vede protagonisti artisti di tipo senza restrizioni, l’altra come sempre dedicata a racconti inediti. Il dono della diversità si svolge al Teatro Planet e parte sabato con il Reading del racconto vincitore del bando, Diplofonia di Cristina Giuntini. A seguire la commedia di e con Alessandro Ghebreigziabiher e con Cecilia Moreschi intitolata Curami. E domenica 26 marzo, pomeriggio dedicato ai bambini – che come sanno essere diversi loro… – con lo spettacolo OrECcHiE GrAnDi… per ascoltare di e con Oriana Fiumicino e le musiche originali a cura di Roberto Pentassuglia. Per il resto del programma andate qua.
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