Se in una foresta non ci si deve andare, allora ecco che ci si va. Di nascosto, magari. Purché sia per una buona causa. Tornano I Puffi, quei deliziosi ometti blu alti su per giù due mele o poco più creati dalla penna di Peyo a fine anni cinquanta, ed è da allora che ci si chiede come mai nel villaggio del sottobosco dove vivono tutti insieme ci sia una sola ragazza: chi è in realtà Puffetta? Ed è vero che è stata creata da Gargamella da un mucchietto di argilla, più o meno come fece Dio con Adamo, soltanto per scoprire dove i Puffi si nascondono? E poi la domanda epocale che riguarda non solo l’umanità ma anche i Puffi: sono davvero soli al mondo? Diretto da Kelly Asbury, I Puffi Viaggio nella foresta segreta arriva al cinema oggi, giovedì 6 marzo, anche in 3D, in oltre 500 copie con Warner Bros. Entertainment Italia, è il terzo film che li vede protagonisti e il primo tutto in animazione. Il viaggio nella foresta segreta, come spesso è per molti viaggi, è anche qui un po’ un’avventura alla ricerca di se stessi e soprattutto di qualcun altro che possa somigliarci, da sostenere e da cui farsi sostenere.
I Puffi Viaggio nella foresta segreta si concentra proprio su Puffetta che assieme ai suoi migliori amici Quattrocchi, Tontolone e Forzuto, e seguendo una strana mappa, che purtroppo seguiranno pure Gargamella con il suo inseparabile gatto Birba e la sua nuova poiana Monty, attraversa la foresta segreta e, appunto, proibita, popolata da strani fiori che ti baciano e altri che ti scambiano per una palla e ti lanciano succhiandoti e risputandoti, per giungere a un altro misterioso villaggio sperduto e abitato solo da… Puffe! E con tanto di centro benessere con bruchi massaggiatori. Non meno sorprendenti sono del resto Tecno, la coccinella tecnologica di Quattrocchi che fa da stampante e da macchina fotografica, oltre che da amica, gli strani conigli fluorescenti tutti da galoppare, le libellule sputafuoco su cui volare e combattere, e altre strane creature che via via compaiono nel film, colorato e divertente, all’insegna, come in ogni film per bambini che si rispetti, della lealtà, della solidarietà, del coraggio e dello spirito di sacrificio, quando necessario. E alla fine, naturalmente, saranno le donne, anzi le puffe, a risolvere i problemi.
E poi c’è Cristina D’Avena, oltre 750 sigle di cartoni animati alle spalle, 11 dei Puffi che con questa fanno 12, che non solo presta la sua voce a Mirtilla, nuovo e stravagante personaggio, ma canta anche la canzone principale del film che si intitola sì Noi Puffi Siam Così, ma dell’originale, quella che nel 1982 valse alla cantante bolognese il disco d’oro, ha giusto il ritornello perché l’arrangiamento e il ritmo sono decisamente techno dance e, chissà, quest’estate potrebbe anche fare faville. Del resto i tempi cambiano e pure i gusti musicali dei bambini, ci dice Cristina D’Avena, ecco perché anche nei suoi concerti si diverte a trasformare qualche suo cavallo di battaglia in chiave rock. Ma ci racconta tutto lei stessa, ecco dunque la nostra videointervista a Cristina D’Avena: