La tenerezza di Gianni Amelio, tra serenità apparenti e legami interrotti. Videointerviste

di Patrizia Simonetti

La tenerezza

è uno di quei film dove lo capisci dall’inizio che sta per succedere qualcosa di grosso. Non un thriller o un giallo, ma una storia di tutti i giorni che lentamente quanto inesorabilmente, ti porta al fatto con una tensione che percepisci appena, pregno e traboccante di sentimenti fatti di serenità apparenti, legami familiari interrotti o comunque congelati, legami non familiari che invece sbocciano seppure senza un destino, amori, paure, equilibri fragili e scompensi violenti, ansie, imprevisti. Ma poi ciò che accade era davvero così imprevisto? La tenerezza è il nuovo film di Gianni Amelio che in anteprima mondiale inaugura sabato 22 aprile l’ottava edizione del Bif&st 2017 per uscire in sala lunedì 24 con 01. Nel cast quelli che più di altri con i sentimenti al cinema hanno a che fare, che ci si tuffano e che li incarnano. Renato Carpentieri è il fil rouge, il collegamento tra tutti gli altri: nel film ambientato a Napoli si chiama Lorenzo, ha sempre fatto l’avvocato ma non sempre, a quanto racconta, in modo totalmente onesto, è un uomo freddo che ha smesso, parole sue, di amare i suoi figli, Elena (Giovanna Mezzogiorno) e Saverio (Arturo Muselli), che anche tra loro non è che leghino poi così tanto e soprattutto non si ascoltano, non almeno con l’attenzione con cui invece Elena, che fa l’interprete in tribunale, ascolta i racconti di immigrati finiti nei guai non trascurandone neanche toni ed espressioni. Prima di loro Lorenzo aveva smesso di amare la loro madre, sua moglie, che poco dopo aver scoperto che lui la tradiva con Rossana (Maria Nazionale), era morta e questo suo epilogo disperato rende ulteriormente pesante il rapporto tra padre e figli. Solo al nipotino, figlio di Elena, sembra voler bene, tanto che se lo va a prendere a scuola prima che ci entri e se lo porta in giro con lui. Eppure non tutto è perduto, il cuore di Lorenzo, forse scosso o, chissà, magari ravvivato o resettato dallo scossone di un infarto, improvvisamente si riapre grazie a Michela (Micaela Ramazzotti), una giovane donna dalla memoria corta che dalla lontana Trieste gli viene ad abitare di fronte casa con marito e figli, a separarli giusto un piccolo cortile e un cancelletto di cui Lorenzo ha la chiave. “Lorenzo si è fatto una specie di tana per difendere la sua vecchiaia escludendo tutti tranne il nipotino – ci racconta Renato Carpentieri nella nostra videointervista che trovate a fine articolo – poi arriva la famiglia di fronte, la disgrazia, e tutto ciò lo aiuta a riaprirsi. Oggi invece invece bisogna essere freddi perché c’è la paura degli altri. La tenerezza sta in mezzo alla cortesia e all’amore”. “Di solito ci si apre di più con gli sconosciuti, soprattutto quando si è stabilito un rapporto con il marito, la moglie e i figli – ci dice Micaela Ramazzotti (premiata ieri sera come miglior attrice da La Pellicola d’Oro)  nella nostra videointervista – e si sta dentro a quel rapporto, e si ha anche paura ad andare oltre, a fare un passo avanti o indietro; la natura umana è misteriosa, succede sempre qualcosa che non t’aspetti..Michela si scorda sempre le chiavi di casa e probabilmente, orfana sin da piccola, cerca di dimenticare anche la sua solitudine e pure quei segnali per nulla impercettibili di una violenza rabbiosa che cova in suo marito Fabio (Elio Germano), ingegnere navale per volere di sua madre (Greta Scacchi), una donna strana, inquietante, che “non ho saputo aiutarlo” dice quando è davvero tardi. “La tenerezza racconta l’umanità tramite piccole storie quotidiane in una Napoli insolita – ci dice Elio Germano nella nostra videointervista – storie di esseri soli che ritrovano la necessità di rivolgersi a quella parte che hanno sotterrato di più, quella dei sentimenti, oggi sempre meno di moda; spesso ci dimentichiamo che la tenerezza ci salva la vita”. L’imprevisto dunque, che tale poi non era, arriva invece a bloccare quel risorgere affettivo dell’uomo che forse aveva ricominciato ad amare. O forse no, forse una volta riaperto quel rubinetto di affetto e tenerezza, non si richiude poi così facilmente… “Recuperare i rapporti se si può è fondamentale – commenta Giovanna Mezzogiorno nella nostra videointervista – è una grande opportunità che ci dà la vita e non bisogna lasciarsela scappare. E poi i legami vanno nutriti, sennò muoiono, voler bene e farsi voler bene è un lavoro”. Ecco allora le nostre videointerviste a Elio Germano, Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri e Giovanna Mezzogiorno: