Il Mondo di Mezzo di Massimo Scaglione esce nelle sale giovedì 4 maggio e farà discutere. I personaggi politici veri presenti nella pellicola e quelli assenti saranno l’argomento del dibattito. Il film, prodotto e distribuito da Red Moon Films, è la riproposizione, per metà romanzata e per metà con immagini reali di archivio, di quanto avvenuto nella Roma in mano ai palazzinari a partire dagli anni ’70. Il regista racconta il “sacco di Roma” che – a suo dire – è stato il più grave, peggiore addirittura a quelli di Palermo o di Napoli. Ne Il Mondo di Mezzo Gaetano Mariotti, riferimento metà vero e metà di fantasia, è il capostipite di una famiglia di imprenditori edili. Nonostante abbia interessi anche nell’editoria, il suo affare principale è il mattone. Lui convincerà il figlio, inizialmente reticente, a seguire le sue orme. Assieme cercano di tirare su palazzi ovunque, senza fermarsi davanti a nulla. Centro della capitale o periferia, emergenza sociale o impianti sportivi, per la famiglia Mariotti non fa differenza. Corruzioni, mazzette, intrallazzi e belle donne al servizio dei (pre)potenti sono gli ingredienti con cui Scaglione costruisce la sua storia che ricalca molte delle dinamiche descritte nell’indagine Mafia Capitale. Stralci reali di intercettazioni finiscono nel film e si intrecciano con le vicende che riguardano la famiglia Mariotti. Allo stesso modo le immagini fresche di ciack si mescolano con quelle di repertorio di Scaglione, frutto della sua consulenza in Campidoglio per l’ufficio immagine del Sindaco (prima con Rutelli, poi un anno con Veltroni). Nel cast, dove troviamo anche Laura Lena Forgia, Nathaly Caldonazzo, Francesca Rocco, Paolo Raggi e Sandro Medici, c’è Massimo Bonetti che nel film è Lucio Oldani, il classico capo di gabinetto che tira le fila e fa da coordinatore e collante con tutti i soggetti e con loro condividerà lo stesso destino fino in fondo. Gaetano Mariotti è interpretato da Toni Sperandeo, mentre la parte del figlio Tommaso è affidata all’ex Marco Cesaroni Matteo Branciamore. Ed ecco la nostra videointervista a Matteo Branciamore: