Nella Valle dei Re, in Egitto, nel 1905 e negli anni a seguire, si scava ininterrottamente. Titolari di fondazioni museali internazionali e ricchi signori, per lo più inglesi, concessioni alla mano vendute loro dal Consiglio delle Antichità, archeologhi esperti e operai del luogo al loro servizio, cercano qualunque cosa possa appartenere all’antico Egitto, monili, utensili, case e tombe sepolte. Chi lo fa per soldi, chi per passione. Il giovane archeologo ed egittologo inglese Howard Carter per entrambe le cose, ma non ha un buon carattere e quando si scontra con un duca francese che colpisce un suo operaio arabo davanti a una tomba, gli revocano a licenza. Inizia così per lui un brutto periodo di inattività finchè non arriva Lord Carnarvon, un ricco inglese con una gamba fuori uso per un vecchio incidente d’auto che ha bisogno di caldo e già che c’è “se trovo pure un tesoro è meglio” gli dice, e tra una cosa e l’altra finisce per fidarsi ciecamente di Carter, convinto che lì sotto, da qualche parrte, ci sia “una tomba perduta e dimenticata che nessuno sa che è lì”, la tomba del faraone bambino Tutankhamon. Racconta così una delle più grandi scoperte archeologiche che siano mai state compiute, la miniserie britannica Tutankhamon diretta da Peter Webber con Max Irons (Woman in gold, The White Queen, The Host) che interpreta Howard Carter, il vero scopritore della tomba di Tutankhamon, e Sam Neill (Jurassic Park, Lezioni di piano, Un grido nella notte) che fa il mecenate Carnarvon, che dopo il grande successo di ascolti in patria, arriva in prima visione assoluta oggi e domani, lunedì 22 e martedì 23 maggio, alle 21.15 su Focus che debutta così nella serialità televisiva vera e propria. Tutankhamon non è un factual né un documentario, piuttosto un piccolo kolossal a puntate che racconta una storia vera, con nomi veri e fatti altrettanto veri, fatta di archeologia, storia, amore e passione. Tra Carter e Carnarvon si instaura dunque un rapporto di fiducia reciproca così forte che neanche lo scoppio della guerra, che costringerà entrambi a tornare in patria per svolgere ognuno il suo dovere, li farà rinunciare a ritrovare quella tomba, contro tutto e tutti, compreso lo scetticismo del mondo accademico e le reticenze della autorità egiziane, ritrovamento che si compirà nel 1922 grazie alla costanza e alla passione di entrambi ma soprattutto alla lungimiranza di Howard Carter: a lui basterà il rinvenimento di una coppa di maiolica con sopra inciso l’altro nome di Tutankhamon per ricostruire la sua storia e convincersi che la sua ultima ed eterna regale tomba non può che trovarsi lì, nella valle dei Re, vicina a Luxor, la città dove il faraone bambino portò il suo popolo e anche i corpi dei suoi genitori, abbandonando e riconsegnando alla sabbia del deserto la sua città natale di Amarna, maledetta a causa di suo padre, faraone eretico che impose il culto del sole. Nel cast anche Amy Wren (Life Bites, Silk) nei panni della giovane figlia di Lord Carnarvon, e Catherine Steadman (Downton Abbey, I Tudor) in quelli della giovane responsabile museale Maggie Lewis.
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