Va a Isabella Ragonese il Globo d’Oro 2017 come miglior attrice per la sua interpretazione di Mia ne Il padre d’Italia di Fabio Mollo. La cerimonia di consegna dei Globi d’Oro 2017 assegnati ogni anno dalla stampa estera al cinema italiano si è svolta ieri sera, nella splendida terrazza giardino di Villa Medici a Roma, sede dell’ambasciata francese. “Quando un’attrice – si legge nella motivazione – riesce in una sola stagione a proporre al pubblico le più disparate sfaccettature dell’universo femminile, partendo dal ruolo di madre inconsapevole, ebbene questa attrice merita il nostro riconoscimento”. Globo d’Oro 2017 per la miglior sceneggiatura va a La pazza gioia di Paolo Virzì, firmata a quattro mani dallo stesso regista con Francesca Archibugi con la quale ha scritto anche Ella e John che sarà nelle sale a gennaio, “per aver creato un inno cinematografico che farà impazzire di gioia generazioni di cineasti, per la magia che si crea nel pubblico che ride insieme ai protagonisti ma, soprattutto, ride di se stesso”. Le nostre videointerviste a caldo a una raggiante Isabella Ragonese, che presto rivedremo in TV nella nuova stagione di Rocco Schiavone, e a Paolo Virzì che dopo l’estate riprenderà a girare, poi tutti gli altri premi:
Ecco gli altri Globi d’Oro 2017: quello per il miglior attore va a Renato Carpentieri per La tenerezza di Gianni Amelio “per aver creato il padre ‘ameliano’ più complesso in assoluto. Con la sua grande sensibilità riesce a cambiare registro continuamente passando in pochi secondi dall’assoluta rudezza di un uomo disilluso e stanco a un sorriso pieno di dubbi e tenerezza rivolto a chi ama”. Quello per il miglior film va a La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu che nella nostra videointervista che trovate qui ci anticipa già il suo prossimo film che sarà Il Flauto magico con l’Orchestra di Piazza Vittorio. Globo d’Oro al miglior cortometraggio a Penalty di Aldo Iuliano “per essere riuscito a concentrare un dramma enorme come l’immigrazione in soli 14 minuti grazie a una sceneggiatura pungente, un’eccellente fotografia e una virtuosa regia. Il risultato è un breve film dove i migranti interpretano se stessi e lasciano il segno”; quello al miglior documentario è andato a L’uomo che non cambiò la storia di Enrico Caria “per aver saputo ricostruire con immagini di archivio un piccolo capitolo della grande storia, adattandolo liberamente per esaltarne la suspense e con una straordinaria capacità di sintesi”. Globo d’Oro come miglior opera prima a La ragazza del mondo di Marco Danieli che nella nostra videintervista che trovate qui ci anticipa che anche il suo secondo film avrà un’eroina femminile, mentre a Lasciati andare di Francesco Amato quello per la miglior commedia “per la riuscita interpretazione della classica coppia sconclusionata nella quale entrambi i personaggi interpretano, in fondo, la parte di un Pigmalione intento a sopperire alle mancanze dell’altro, per il tocco da maestro nell’aver saputo trasformare, con ironia e leggerezza, peccati come avarizia, incostanza e bizzarria in piccole, eterne, debolezze umane”. La miglior musica è quella di Enzo Avitabile per Indivisibili di Edoardo De Angelis, mentre la miglior fotografia è di Daria D’Antonio per La pelle dell’orso di Marco Segato. Due i Globi d’Oro speciali di questa 57esima edizione: quello alla Carriera al regista Dario Argento e il Gran Premio della Stampa Estera è andato al documentario Restaurare il cielo di Tommaso Santi perché “talvolta le favole escono dai film, si fanno spazio nella realtà e mostrano che c’è “un mondo possibile”. Un mondo dove intesa, accordo e collaborazione fanno sì che eccellenza artigiana e tradizione italiana arrivino a restaurare un pezzo della storia comune dell’umanità; fatti che, di per sé, sono già un piccolo miracolo”.