Chi non ha mai tremato e perso notti intere di sonno per Quattro mosche di velluto grigio, Profondo rosso, Suspiria, Trauma? Da quel L’uccello dalle piume di cristallo del 1970 al Dracula in 3D del 2012 Dario Argento ha terrorizzato più di una generazione ed è e resterà per sempre l’indiscusso maestro del brivido, e a spaventare la gente con i suoi film lo fa così bene che pubblico e stampa lo ringraziano pure. E considerando che il regista romano, nonché papà di Asia che ha voluto in molti suoi lavori, è molto amato anche oltre confine (negli Stati Uniti, in Francia, in Cina…), anche la stampa estera lo omaggia dopo averlo tenuto d’occhio e applaudito sin dall’inizio visto che nel 1970 gli aveva assegnato il Globo d’Oro per la miglior opera prima, L’uccello dalle piume di cristallo appunto. Quest’anno dunque è come se confermasse la sua ammirazione e chiudesse il cerchio con il Globo d’Oro alla carriera, definendolo “maestro indiscusso della suspense e del brivido. Dario Argento – si legge nella motivazione del Premio – definisce se stesso ‘il più grande assassino del cinema italiano’ per i suoi novanta omicidi eccellenti messi in scena in quasi cinquant’anni di carriera. Con un tocco d’ironia e con raffinata maestria ha saputo tenere gli spettatori col fiato sospeso fino all’ultimo. Molto amato all’estero, firma le sue opere mettendo in scena le sue mani, come faceva Hitchcock con il suo profilo. A lui chiediamo di non smettere mai di terrorizzarci”. Premio più che meritato anche perché “ci vuole un certo impegno a fare paura con un film” ci rivela Dario Argento nella nostra videointervista realizzata ai Globi d’Oro 2017 che trovate a fine articolo, nel corso della quale ci conferma anche di una storia scritta proprio da lui per Dylan Dog, il fumetto dedicato all’indagatore dell’incubo, ci parla della serie TV tratta da Suspiria che però, purtroppo, non vedremo così presto, e anche del remake dello stesso Suspiria firmato Luca Guadagnino, con Chloë Grace Moretz, Dakota Johnson e Tilda Swinton. Ecco la nostra videointervista a Dario Argento:
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