Ci sono i buoni e ci sono i cattivi. Ma non sempre. Il mondo non è una lavagna da dividere in due e i cattivi, appunto, possono essere anche buoni così come i buoni possono per qualche ragione diventare cattivi, magari perché altri lo sono stati con loro. Come accade al cattivo di turno di Cattivissimo Me 3, ultimo film della saga della Illumination dedicata a Gru, omone grande, grosso e calvo dalle gambe sottili e dal naso lungo e adunco, diretto da Pierre Coffin e Kyle Balda e in sala dal 24 agosto con Universal dopo qualche anteprima estiva tipo quella al Giffoni Film Festival, mentre è in preparazione, tanto per dirvelo, anche il secondo spin off sui Minions che sarà pronto niente meno che per il 2020.
Lo stesso Gru, ad esempio, cattivissimo lo era diventato per colpa di mammà, poi tra una nefandezza e l’altra, aveva incontrato l’amore, prima quello delle tre orfanelle Edith, Margo e Agnes che diventano sue figlie, e poi quello di Lucy, agente d’attacco della Lega Anticattivi con la quale finisce per fare coppia fissa nel lavoro, coppia da lei stessa soprannominata Grucy, e pure nella vita, lei donna tosta e dolce al tempo stesso che si sforza non poco per trasformarsi nella mamma perfetta delle tre ragazzine adottate da Gru, perché la famiglia non è per forza quella dei legami di sangue… E a proposito di legami di sangue, in Cattivissimo Me 3 ecco spuntare Dru, il fratello gemello di Gru, tale e quale a lui nell’aspetto ma con tanti capelli biondi che sembrano vivere di vita propria, ma così diverso per indole e carattere e anche per stile, solare e ilare sempre in completo bianco, e se pure non sarà una rimpatriata tutta rose e fiori, anche il legame di sangue ha la sua forza e il suo perché. E poi ci sono i Minions, piccoli, gialli, con due capelli in testa, alcuni con un occhio solo altri con due, che parlano strano e seguono un po’ il capo di turno, Mel, come pecorelle.
Ma torniamo al cattivo di Cattivissimo Me 3… Beh, in effetti Balthazar Bratt, baffetti buffi, capelli cotonati, fisico asciutto e tutina vola, cattivo lo era sin da bambino, o almeno così recitava il suo personaggio visto che era un enfant prodige, vera e piccola star televisiva degli anni Ottanta, solo che poi anche Balthazar, come tutti i bambini del resto, è cresciuto, il pubblico lo ha dimenticato e Hollywood se ne è liberato, così lui è rimasto fermo agli anni Ottanta, e la cosa è davvero esilarante, tanto da vivere sotto l’egida del cubo di Rubik, ad esempio, da indossare terrificanti spalline, da combattere armato di Big Bubble supergonfiabili e da cimentarsi, con successo peraltro, in una lotta ballerina a suon di Madonna e Michaal Jackson. A proposito, colonna sonora da urlo tutta rigorosamente Eighty anche con Van Halen e A-ha, senza nulla togliere ad Alvaro Soler e Morat che siglano con Yo contigo, tù conmigo.
Cattivissimo Me 3 fa ridere almeno quanto i film precedenti, fra trovate esilaranti e citazioni ironiche e divertenti, con tanto di cross over con Sing, tanto per dirne una e tanto per restare in casa visto che anche il cartoon di Garth Jennings è firmato Illumination. E poi, come tutti i film d’animazione che si rispettino, tra una risata e l’altra insegna: come non fermarsi alle apparenze, per esempio, come considerare famiglia l’unione di persone che si amano a prescindere dai legami biologici, ma anche come rispettarli nonostante la lontananza di anni, come cercare di comprendere l’altro e tante altre cose che i bambini sono bravi a cogliere più degli adulti, o almeno lo speriamo con tanta fiducia nelle nuove generazioni.
Di Steve Carell, Kristen Wiig e Troy Parker le voci originali dei tre protagonisti mentre nella versione italiana a doppiare Gru è ancora una volta Max Giusti e mai termine doppiare fu più appropriato perché a questo giro doppia anche il suo gemello Dru, così come a dar voce alla dolce ma tosta Lucy è sempre Arisa, mentre Paolo Ruffini è la new entry che fa parlare Balthazar Bratt. Con loro abbiamo parlato del lavoro di doppiaggio ma anche dei temi del film. Ecco dunque la nostra videointervista a Arisa, Max Giusti e Paolo Ruffini: