Quando si dice un senso di colpa grosso come una casa. Così fu per Sarah Winchester, ereditiera della famosissima fabbrica di armi, quando si rese conto delle morti che si nascondevano dietro a tutti i suoi soldi, più di 20 milioni di dollari e il 50% della proprietà della Winchester Repeating Arms Company pari a una rendita giornaliera di mille dollari al giorno di allora. Così decise di realizzare una grande casa dove viverci dentro assieme ai tanti spiriti delle vittime dei suoi fucili, costruendo una stanza per ognuno di loro che fosse uguale a quella dove erano vissuti o morti finché non fossero riusciti a lasciare questo mondo, e soprattutto dove tenere e a bada quelli più cattivi e vendicativi sbarrando le rispettive porte con 13 chiodi. Le stanze venivano quindi distrutte e ricostruite di volta in volta e la casa continuamente allargata e ampliata, giorno e notte, 365 giorni l’anno, senza sosta, divenendo immensa, dal 1884 al 1922. Anche con qualche stranezza, come scale che non portavano a niente, finestre che si aprivano sul nulla e l’unico ascensore a pistoni orizzontale degli Stati Uniti. Come non farne un film? Ma soprattutto, come mai non era stato fatto fino ad oggi? Ci hanno pensato i gemelli Michael e Peter Spierig (Saw: Legacy) a raccontare ne La vedova Winchester, in sala da giovedì 22 febbraio con Eagle Pictures, la vera storia della Winchester Mystery House di San Jose, ovvero la casa più infestata del mondo e di Sarah Winchester, ruolo per il quale hanno voluto il premio Oscar Helen Mirren che abbiamo videoincontrato a Roma – videoincontro che potete vedere a fine articolo – dove l’attrice britannica ha accompagnato la presentazione de La vedova Winchester e dove ci ha raccontato come ha affrontato il suo primo ruolo in un film horror:
“Ho studiato il ruolo – ci ha detto Helen Mirren – ho letto di Sarah Winchester e poi mi sono completamente affidata ai miei registi, perché in un film di fantasmi ci sono molti aspetti tecnici e quindi devi vedere come loro costruiscono la scena, sperando che sia sufficientemente drammatica.Mi sono divertita molto e mi è piaciuto tanto interpretare questo ruolo perché, tra l’altro, raccontare una storia di fantasmi secondo me è qualcosa di molto interessante perché fa parte della grande tradizione della narrativa cinematografica, e poi ho amato farmi dirigere da due giovani registi che peraltro sono gemelli identici, e una storia di fantasmi diretta da due gemelli identici è di per sé interessante… e poi l’abbiamo girata a Melbourne… Indubbiamente è stato difficile entrare nel personaggio di questa donna avvolta dal mistero. La cosa su cui mi sono principalmente concentrata è stato il peso dei suoi sensi di colpa, derivati dal fatto di sapere bene da dove venisse tutta la sua ricchezza, e poi anche sulla sua profonda tristezza. Diciamo che questo film è incentrato sui sensi di colpa e la tristezza, che detto così non suona molto piacevole in ambito di intrattenimento, ma sono stati elementi importanti e hanno portato alla loro manifestazione, che sono poi i fantasmi di cui ci racconta la storia”.
Atmosfere tipicamente horror, il grigio e il nero le tinte preferite, facce da zombie e quelle classiche apparizioni improvvise che ti fanno saltare sulla poltrona, ma con un tocco di classe che fa de La vedova Winchester una sorta di film d’autore, vuoi per il cast, Helen Mirren in primis, vuoi per la storia che, sì è vera, ma potrebbe benissimo essere frutto dell’immaginazione di qualche genio creativo. Nel cast anche Sarah Snooke e il piccolo Finn Scicluna-O’Prey nei ruoli di sua nipote Marion e del figlioletto di lei Henry, e Jason Clarke in quello dello psichiatra Eric Price incaricato dagli azionisti di minoranza della Winchester di valutare lo stato psichico di Sarah. Ecco dunque il nostro videoincontro con Helen Mirren (e grazie all’interprete Bruna Cammarano):