Metti due ragazzi come tanti della periferia romana a mangiare pane e cicoria in macchina mentre pensano a come organizzarsi per il futuro, magari come baristi visto che frequentano l’istituto alberghiero. Scherzano, ridono, non hanno soldi ma non sembrano disperati per questo, al massimo un po’ preoccupati. Cosa può accadere, quale evento può mai verificarsi da trasformarli in piccoli criminali in ascesa con tanta voglia di soldi e di rispetto, apparentemente insensibili nei confronti delle loro vittime in nome dell’appartenenza al clan? Che è un attimo scambiare per un miracolo l’evento più nefasto della tua vita.
La terra dell’abbastanza, sorprendente opera prima dei gemelli trentenni Damiano e Fabio D’Innocenzo in sala da giovedì 7 giugno, racconta di Mirko e Manolo, ben interpretati da Matteo Olivetti (Dopo la guerra) e Andrea Carpenzano (Il permesso, Immaturi La serie) e della loro amicizia così potente da forzare le loro strade per mantenerle unite ma non abbastanza da salvarli. “Mirko e Manolo sono legati da questa forte amicizia e insieme intraprendono un percorso che non si aspettano dopo un evento che scombussola la loro vita e arrivano a fare cose impensate” ci racconta Matteo Olivetti nella nostra videointervista che trovate a fine articolo. La loro apparente durezza a soffocare ogni parvenza o segnale di senso di colpa in realtà è ben altro: “è inconsapevolezza, è incoscienza – ci dice ancora Matteo Olivetti – non pensano a quello che fanno, obbediscono a un comando automatico dell’inconscio perché vogliono solo arrivare ad accumulare più soldi possibili, Mirko per aiutare la madre, Manolo non si sa”.
In comune i due ragazzi hanno anche il fatto di avere un solo genitore ciascuno: Mirko vive con la madre (Milena Mancini) separata dal padre, Manolo con il padre interpretato da Max Tortora che dopo aver dato vita al regista che piazza in TV e al cinema le ragazze preferite di Berlusconi in Loro di Paolo Sorrentino, qui interpreta un genitore pericoloso senza neanche saperlo: “è un personaggio innocente, un padre che porta un figlio alla rovina, inconsapevolmente, poverino, nella sua ignoranza, nella sua innocenza, nella sua stupidità – ci racconta Max Tortora nella nostra videointervista – L’ignoranza della stupidità e la stupidità dell’ignoranza che viaggiano a braccetto nella vita, e a chi vogliamo dare la colpa di questo? Al piccolo mondo periferico in cui sei nato? Chi ha colpa di essere se stesso?”.
I fratelli D’Innocenzo hanno fatto senza alcun dubbio centro sia con il soggetto che con la sceneggiatura e la regia de La terra dell’abbastanza, dove abbastanza non è mai nulla, candidati come migliori registi esordienti ai Nastri d’Argento 2018 così come la Pepito e Rai Cinema come miglior produzione, e hanno avuto anche la bella esperienza di Berlino e pure quella del Lincoln Center visto che il film è passato in una retrospettiva alla rassegna Open Roads New Italian Cinema 2018 a New York. Nel cast anche un inedito Luca Zingaretti nei panni di un boss senza scrupoli. Ecco le nostre videointerviste a Matteo Olivetti e Max Tortora: