Quando si rischia qualcosa, qualcosa di grosso come il lavoro o il posto in cui vivi, è più facile far fronte comune davanti al nemico, stringere alleanze e condividere strategie, anche se si è diverse. Molto diverse. Diciamo come delle suore che pregano e ricamano il velo di una santa mummificata e delle sarte che creano lingerie sexy. Ma non sono forse tutte donne? Racconta questo Beate, opera prima per il cinema di Samad Zarmandili, in il 30 agosto al Nuovo Sacher di Roma e all’Anteo di Milano alla presenza del cast e poi in tutta Italia, dopo essere passato per il Bifest e per la rassegna Bimbi belli sempre al Nuovo Sacher di Nanni Moretti.
Beate è un film al femminile che racconta di una fabbrica di biancheria intima in imminente delocalizzazione e di un convento che sta per essere trasformato in un resort a cinque stelle, con tanto licenziamento e sfratto delle rispettive occupanti, un gruppo di creative e agguerrite operaie tessili nel primo caso e una manciata di vivaci e intraprendenti suore, nonché abilissimi ricamatrici, nel secondo. “L’escamotage geniale del film è proprio unire questi due mondi opposti, ma è un messaggio simbolico di grande speranza – ci dice nella nostra videointervista che trovate a fine articolo Donatella Finocchiaro che interpreta Armida – tutte insieme sono una forza”. Armida è la responsabile delle operaie della ditta Veronica che fa biancheria intima per signore, si chiama così, Armida, perché sua zia che è suora, interpretata da Lucia Sardo, ha voluto darle il nome della santa protettrice del convento sperando che prima o poi compia il miracolo di raddrizzarle il piede torto. Armida è creativa, ha una storia che non la impegna troppo con Loris (Paolo Pierobon) e quando viene a sapere che la loro capa vuole delocalizzare l’azienda portandola in Serbia e licenziando lei e le sue colleghe, decide di non restare a guardare ma di tentare l’impresa, che non è solo un gioco di parole, proprio con l’aiuto delle suore del Convento del Manto Santo dove c’è sua zia ma anche la giovane e audace Suor Caterina (Maria Roveran) che fa la differenza. Un’esperienza che la farà crescere e grazie alla quale guadagnerà in autostima. La sua capa, come la ditta di suo marito, che è pure sindaco, che lei dirige si chiama appunto Veronica ed è interpretata da Anna Bellato: “Veronica è il drago da combattere – ci racconta Anna Bellato nella nostra videointervista – uno di quei draghi che servono per creare quelli che li combattono, una persona che pensa solo al suo e a cosa può essere più conveniente per sé, ma il drago cattivo si può combattere e vincere”.
“Beate è una favola sociale – dice Samad Zarmandili – nella quale ho trattato temi molto attuali come la perdita del lavoro attraverso il filtro della commedia, quindi con leggerezza”. Il film scorre infatti lieve strappando riflessioni e sorrisi, si tifa facilmente per le operaie combattive quanto per le suore pronte a turarsi il naso e a ricamare sensuali slip e reggiseni pur di tenersi il convento. Ottimo e azzeccatissimo il cast dove troviamo anche Betti Pedrazzi, Orsetta Borghero, Silvia Grande, Cristina Chinaglia, Licia Navarrini, Eleonora Panizzo, Felicité Mbezele, Silvia Munghia, Glaucia Virdone, Vittoria Clavello, Hen Barazza e pure Chiara Sani. Noi abbiamo incontrato l’eroina e la cattiva, ecco dunque la nostra videointervista a Donatella Finocchiaro, finalmente in un ruolo brillante dopo le sue drammatiche interpretazioni in Nato a Casal di Principe e Youtopia, e Anna Bellato: