C’è un magnate di 27 anni, quindi nel fior fiore dell’età, amministratore delegato della Grey Enterprises Holdings Inc. con un sacco di soldi e tempo da impiegare come vuole e soprattutto con un appetito sessuale sempre accesso e pronto ad ogni sperimentazione, in più è anche belloccio con la sua perfetta tartaruga stampata sul torace, il che non guasta e naturalmente facilita la soddisfazione dei suoi istinti più perversi. Nel senso che è più facile che una ragazza si butti a capofitto nelle braccia e nel letto di un bel fico facendogli fare e facendosi fare ciò che vuole piuttosto che lo permetta a un tizio con pochi capelli e troppa pancia. Ma fino a un certo punto.
Ecco 50 sfumature di grigio (Fifty Shades of Grey) appena presentato a Berlino e da oggi nei cinema italiani e americani in tempo in tempo per San Valentino, diretto da una donna, Sam Taylor-Johnson, e scritto pure da una donna visto che come è noto è tratto dal best seller omonimo del 2011 della scrittrice inglese E.L. James che in realtà si chiama Erika Leonard e che ha pure coprodotto il film, ed è il primo di una trilogia che poi prosegue con sfumature di nero e di rosso, ma senpre rigorosamente 50, tradotta in 52 lingue, venduta in più di cento milioni di copie nel mondo e i cui diritti sono stati acquistati da una trentina di paesi.
Tornando alla storia, c’è questo bel miliardario che si chiama Christian Grey interpretato da Jamie Dornan, visto da poco in TV su Sky Atlantic nel ruolo dell’insospettabile serial killer della serie The Fall dove, guarda caso, si denuda spesso e ammazza le donne, ma che si fa chiamare Mr. Grey. E poi c’è una giovane e ingenua studentessa prossima alla laurea in letteratura inglese, Anastasia Steele cui dà vita Dakota Mayi Johnson, figlia di Melanie Griffith e Don Johnson e vista in The Office e in Ben and Kate su Fox, che per fare un favore all’amica-coinquilina va ad intervistarlo al suo posto per il giornale dell’Università senza sapere di aver varcato la soglia della tana del lupo, peraltro cadendogli subito ai piedi che è quel che fa scivolando e caracollando goffamente a terra appena entrata nello studio dove lui la sta aspettando. Ma questo non impedisce al misterioso e inquietante Mr Grey di volerla tutta per se. A modo suo, si intende.
Nonostante appaia un po’ lenta, balbettante, a tratti imbranata e quasi stupida, ad Anastasia, detta Ana, il sospetto che il tipo sia un po’ strano le viene subito, ma come si fa a mandare al diavolo il principe azzurro che ti viene a prendere non con il cavallo bianco ma con l’elicottero, ti porta a Seattle solo perché tu distrattamente ti sei lasciata sfuggire che ti sarebbe piaciuto andarci, e per la tua laurea ti regala una macchina nuova rossa fiammante preoccupandosi persino di vendere il tuo vecchio catorcio? E allora magari ci passi sopra alle sue regole, tipo che non dorme mai con nessuna, che non lo devi toccare se non te lo dice lui, che niente cene fuori, serate al cinema o con gli amici (guarda la scena), solo lui e te e, possibilmente nella stanza dei giochi.
Ecco, questo è il punto e qui si svela, per così dire, anche il motivo del titolo. “Io ho 50 sfumature di perversioni dentro” le confessa un giorno in cui lei comincia a mostrare cenni di insofferenza, dovute, pare, a un’amica della madre che lo ha sedotto quando lui aveva solo 15 anni costringendolo al ruolo di sottomesso per circa 6 anni, una pedofila sadica in pratica, ma con la quale lui conserva un “rapporto di amicizia” tanto da andarci ancora a cena per chiederle consiglio sulla sua storia con lei. Per questo ora non può fare a meno di quell’insieme di pratiche che si definiscono BDSM e che racchiudono il bondage e la disciplina, il sadismo e il masochismo, la sottomissione e la dominazione.
Così lui ha la sua già citata stanza dei giochi, non zeppa di videogiochi come per sdrammatizzare ironizza lei, ma di frustini, palette per sculacciate pesanti, legapolsi in cuoio, manette, corde, pedane per farla stendere e ganci per appenderla. Ma niente paura, lui vuole sì picchiarla e torturarla, ma legalmente e in sicurezza, per cui ecco un bel contratto da firmare dove lui elenca tutto ciò che vuole farle e che le farà e tutti gli aggeggi con cui glielo farà, e lei dovrebbe acconsentire memorizzando due parole d’ordine per farlo smettere in caso di non sopportazione. Va bene l’amore e l’elicottero e la macchina e il torace a tartaruga, ma è un po’ troppo anche per lei. E in realtà anche per noi: troppo lungo, troppo lento, di sfumature di grigio, anche se è un bel grigio, ne bastavano pure 40.
Tuttavia se preferite sentire e vedere come lo raccontano la regista e i due protagonisti, guardate qui.