Fa rima con capolavoro Orfeo 9, la prima opera rock in Italia, una delle prime nel mondo. Versione moderna del mito di Orfeo e Euridice, è poesia per cuore e anima ancora oggi, nonostante fu scritta negli anni Settanta. “Ormai ha preso il volo con le sue ali. È come se non l’avessi scritta io. Più che altro ho l’impressione che si sia scritta da sola” racconta sorridendo l’autore Tito Schipa Jr, artista talentuoso del panorama musicale italiano che la creò a soli 23 anni partecipandovi anche come interprete. Rappresentata per la prima volta al Teatro Sistina di Roma il 27 gennaio 1970, ne seguì poi nel 1973, per mano dello stesso Schipa Jr., la trasposizione cinematografica, che nel 2008 chiuse la Mostra del Cinema di Venezia, e la pubblicazione di un disco doppio, mai uscito di catalogo per circa quarant’anni e ripubblicato in dodici edizioni diverse. All’opera parteciparono, ancora sconosciuti, anche Loredana Berté e Renato Zero, entrambi reduci da Hair, e vi suonò Tullio De Piscopo.
Oggetto di studi e di tesi di laurea, Orfeo 9 esce adesso in un prezioso cofanetto interamente prodotto dall’Associazione Culturale Tito Schipa, contenente il film in versione completamente restaurata, in 1000 copie numerate, arricchita da materiali inediti e originali e per il momento in vendita solo su Internet. Il cofanetto sarà presentato ufficialmente al pubblico giovedì 23 aprile nella Sala Azzurro Scipioni di Roma che tuttora ha in programmazione la proiezione di Orfeo 9 tutti gli ultimi venerdì del mese, essendo considerato da Silvano Agosti, noto regista e direttore artistico della sala, tra le migliori 350 pellicole prodotte nella storia del cinema.
“Stavolta prenderò la parola per presentare il cofanetto, cosa che non fanno mai i festeggiati, perché non mi considero un festeggiato. Qui il festeggiato è chi ha fatto questo capolavoro di triplo dvd. Questi ragazzi hanno lavorato dieci anni per fare una testimonianza pazzesca, è un onore enorme che mi fanno e ne sono contentissimo. Voglio che siano loro i protagonisti, se lo meritano” continua Tito Schipa Jr., precisando con legittimo orgoglio: “non credo esista qualcosa di analogo nel panorama del pop italiano. Incredibile”.
Ricordando quegli anni Tito, quei momenti di nascita e costruzione di Orfeo 9. Sebbene lei abbia precisato che l’opera ha preso il volo con le proprie ali, c’è qualche ricordo in particolare di quei momenti che conserva dentro di sè?
È chiaro che anche io do molto valore all’origine di tutto. Racconto ogni cosa nel mio libro Il making di Orfeo 9, una storia lunga e articolata, per certi versi anche miracolosa. Adesso vogliamo ristamparlo perché desidero aggiungere nello stesso volume il making dell’Opera Beat, cioè del preludio di Orfeo 9 che accadde qualche anno prima, nel 1967, al Piper. Forse il primo esempio di opera rock del mondo. Ho voluto scrivere un libro perché è veramente incredibile la concatenazione di eventi.
Allora ci racconti ciò che le è rimasto di più nel cuore
L’Opera Beat fu un gioco da ragazzi che ebbe un successo insperato a livello internazionale. Da lì partì la voglia di continuare a fare il teatro musicale. La cosa strana è che Orfeo 9 non era previsto come seguito di quella avventura, al Sistina di Roma avremmo dovuto fare un altro spettacolo. Avevo proposto a Garinei e Giovannini una mia rielaborazione in chiave di musical del Porgy and Bess di Gershwin, volevo fare una riduzione leggera che ancora adesso mi sfiora come desiderio perché sarebbe uno spettacolo irresistibile di bellezza. Insomma, ottenni un teatro, addirittura il Sistina, a vent’anni, da sconosciuto e perché in quel momento essere figlio di Tito Schipa non voleva dire niente. Ma improvvisamente arrivò dalla Gershwin Corporation di New York una lettera che ci dice: ve lo scordate di mettere le mani su Porgy and Bess. Non si tocca!
Che mi trovo con il Sistina in mano senza niente da fare. Fu angoscioso. In particolare una notte. Mi sono detto: devo inventare qualcosa per ovviare a questa situazione, finché dalla Treccani di casa uscì miracolosamente questo soggetto. Leggo l’opera di Orfeo e mi sembra il resoconto dell’avventura di questo tormento e rinascita che siamo noi negli anni tra il ’68 e il 70. Proponemmo a Garinei e Giovannini la sostituzione al volo e ci dissero di sì. Oggi non siamo qualcosa che sta per essere commemorato o rivisitato, o rivitalizzato. Noi siamo una cosa che sta continuando a emergere da allora. Non stiamo facendo un revival di Orfeo 9. Perché non invecchia. Anzi, adesso è migliore del momento in cui l ‘abbiamo realizzato. Ha superato censure, ostacoli e violenze che ci furono fatte allora. Continua oggi ad emergere nella coscienza di tante persone e questo è bellissimo.
E magari un giorno lo rivedremo al Sistina…
L’opzione del riallestimento è viva da molti anni. Pochi anni fa arrivammo ad essere in cartellone al comunale di Bologna. Lo ero al teatro di Wagner, vicino a Verdi e a Puccini. Non credevo ai miei occhi, però poi non se ne fece nulla. Si continua a parlare di riallestirla, vediamo se l’anno prossimo ce la facciamo. Molto dipende anche dall’uscita di questo triplo cd.
Cosa c’è oggi nel futuro di Tito Schipa Jr, a parte Orfeo 9?
Io ho continuato a fare cose tutta la vita senza pensare molto a Orfeo 9, per questo dico che cammina con gambe sue. Ho fatto altri spettacoli, alcuni che ho quasi amato di più e che vorrei riprendere, ho fatto il traduttore di Bob Dylan, ho fatto il cantautore, ci sono due album di canzoni, ma anche quelle un po’ sott’acqua.
Beh, è un po’ il rischio di chi fa una grande opera, il resto del suo lavoro resta molto spesso oscurato
In questo mestiere può succedere di tutto. Guarda quel poveraccio di Bizet: ha fatto Carmen che è una delle cose più belle del teatro musicale di tutti i tempi e diventa una delle quattro opere più rappresentate, più fruttifere, più vendute di tutta la storia della musica e lui muore senza saperlo. Finché lui è vivo gliel’hanno massacrata. Io sono conosciuto da alcuni per Orfeo 9, da altri per una canzone e quelli non si conoscono tra loro, cioè non sanno dell’esistenza della mia altra attività. A parte quelli che non mi conoscono per niente che ancora adesso sono sicuramente la maggioranza.
Insisto prima di salutarla: e nel futuro, cosa bolle in pentola?
Sto scrivendo un’altra opera, speriamo di riuscire a finirla per l’anno prossimo. Posso solo dire che si chiama Gioia. Niente di più.
E non è certo poco, aggiungiamo noi dopo aver viaggiato nel tempo con Tito Schipa Jr., in quegli anni ’70. Così lontani ma anche così vicini, abbracciando Orfeo 9 e le sue emozioni. Senza tempo.
Durante la presentazione del cofanetto con il triplo dvd da collezione, alcuni elementi del cast storico e di quello futuro saranno presenti e accenneranno qualche tema dell’opera, accompagnati al pianoforte da Luis Gabriel Chami.
Mario Orfini: produttore del film
Edoardo Nevola: Vivandiere in Orfeo 9, è attore e doppiatore (sua la voce di Will Smith nella serie Il Principe di Bel-Air)
Penny Brown e Chrystel Dane: Narratrice e Autostoppista nel disco e nel film
Luciano Regoli: voce e chitarra del gruppo Prog Raccomandata con Ricevuta di Ritorno
Lino Vairetti: storico frontman degli Osanna
Ermanno Manzetti: cantante, attore e realizzatore del triplo DVD
Lenni Lippi: cantante e attrice
Elisa Siragusano: cantante e attrice
Mauro Conti: curatore dello spartito di recente pubblicazione
Luciano Regoli, noto anche per la sua attività di pittore, presenterà al pubblico in anteprima i figurini di alcuni personaggi di Orfeo 9, che verranno utilizzati per il riallestimento dell’opera previsto in autunno. Questa notizia sarà annunciata, in anteprima, dallo stesso autore nel corso della presentazione.
Di seguito un estratto dell’opera originale con Renato Zero, Venditore di Felicità: