Alla faccia del rimpasto di governo… Ma può un ex Presidente della Repubblica tornare dopo 8 anni per fare il Presidente del Consiglio? C’è solo un uomo che ha la facoltà di passare con disinvoltura, ma neanche tanto, dal Quirinale a Palazzo Chigi ed ha un nome altisonante quanto inappropriato, Peppino Garibaldi, e la faccia di Claudio Bisio. Dunque Bentornato Presidente… arriva in sala giovedì 28 marzo il sequel di Benvenuto Presidente che, diretto da Riccardo Milani, sei anni fa raccontava di come un semplice montanaro, eletto capo dello stato per uno scherzo del destino legato al suo nome bislacco, avrebbe potuto far bene al Paese ed essere amato proprio per la sua semplicità e, in qualche modo, logica di pensiero. Poi il buon Peppino Garibaldi si era ritirato portandosi dietro l’assistente Janis di cui si era innamorato, sposandola e facendo con lei una figlia chiamata Guevara, e per un po’ la famigliola pare abbia vissuto in tranquilla serenità. In realtà però poi Peppino era come “sprofondato in un qualunquismo di montagna” come dice Pietro Sermonti – il perfido Janis che rema contro – nella nostra videointervista, e la definizione ci è sembrata calzare a pennello. Tanto che Janis – allora interpretata da Kasia Smutniak e oggi da Sarah Felberbaum – si è decisamente rotta le scatole della vita di montagna – e forse anche della passionalità un po’ sfiorita del marito – così richiamata a Roma ha mollato Peppino portandosi via Guevara e tornando al Colle per la formazione del nuovo governo. Poteva il tenero Peppino resistere e non seguirla? E poteva l’innamorato Peppino dire di no alla proposta di diventare il nuovo Presidente del Consiglio? Solo che i tempi sono cambiati e il premier non è più figura forte e decisiva, ma solo un personaggio necessario al nuovo “governo delle pulizie” dei due nuovi vicepremier, dei quali non deve assolutamente offuscare l’immagine, che sono Teodoro Guerriero, leader di Precedenza Italia e “chi non rispetta le regole, motosega!” e Danilo Stella del movimento Candidi ovvero “tutti candidi e tutti candidabili” che non ha fatto manco il liceo – vi ricordano forse qualcuno? – l’uno con la faccia e il resto di Paolo Calabresi, l’altro tale e quale a Guglielmo Poggi. Nel cast anche Ivano Marescotti, Cesare Bocci e Massimo Popolizio e c’è pure Marta Gastini. A dirigere Bentornato Presidente stavolta ci si sono messi in due: Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi (quelli di Metti la nonna in freezer): “ciò che abbiamo cercato di ricreare – dicono – non è né un atto di denuncia né una rappresentazione grottesca della politica italiana, ma una sua reinterpretazione in chiave leggera, comica e comunque verosimile”. “Non abbiamo cercato l’attualità, è l’attualità che ci è venuta a cercare – fanno eco gli sceneggiatori Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano – ci volevamo divertire ridendo sulla politica e sui suoi meccanismi”. Se ancora ci riusciamo dunque, pronti a ridere della nostra classe dirigente e dei personaggi che la compongono, e pure un po’ di noi stessi che là ce li abbiamo messi, e che ci ostiniamo a non voler pagare le tasse senza sapere cosa significhi per i servizi e tutto il resto, che allora forse fa bene il Presidente della Repubblica Peppino Garibaldi a organizzare lo sciopero dell’Italia, anche se un po’ di fiducia riesce a spanderla nel suo discorso finale su ciò che unisce il Paese… Ma non ci sono dubbi che si ride con le nostre videointerviste a Claudio Bisio, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi e Guglielmo Poggi:
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