A quanto pare il pugilato torna a varcare sempre più spesso le corde del ring per approdare sul grande schermo (ricordando film cult come Rocky o Toro scatenato) e ora anche sul palcoscenico: nello stesso giorno in cui in sala esce Butterfly con Irma Testa, al Piccolo Eliseo di Roma arriva Muhammad Ali, scritto da Linda Dalisi e diretto da Pino Carbone in scena con Francesco Di Leva (Metti la nonna in freezer, Squadra Antimafia, Il clan dei Camorristi, la versione teatrale di Gomorra): “lo spettacolo è l’avvicinamento di un attore insieme ad un regista al grande uomo che era Muhammad Ali – ci dice Francesco Di Leva nella nostra videointervista – il raccontare le gesta in quanto uomo e poi campione del mondo che tutti conosciamo, un viaggio all’insegna dell’umanità come ci ha insegnato lui stesso, viaggio che parte dalle Olimpiadi del 1960 quando ha vinto a Roma e finisce ad Atlanta quando non riusciva quasi ad accendere la fiaccola”. A due mesi dal terzo anniversario della morte del miglior pugile di tutti i tempi, va dunque in scena sul palcoscenico capitolino dal 4 al 18 aprile lo spettacolo dedicato al grande campione americano che il 18 giugno scorso aveva debuttato al Napoli Teatro Festival nella sezione SportOpera, ma con qualche novità, guardandolo e raccontandolo dal lato umano e soprattutto fisico, nel vero senso del termine: vita e gesta di Cassius Clay sono infatti narrate da un regista e un attore, entrambi come detto in scena, attorno al suo corpo, potente, osannato e nero. E con contributi doc come quelli di Willem Dafoe, Marco D’Amore, Mario Martone e Roberto Bolle. Un eroe di tutti? “Direi che Muhammad Ali appartiene a tutti perché è l’eroe di periferia – ci risponde Francesco Di Leva – e chi viene dalla periferia ha sempre tanto da raccontare”. La nostra videointervista a Francesco Di Leva: