Fu chiamata la strage di Ferragosto quella che a Duisburg, in Germania, il 15 agosto del 2007 costò la vita a 6 persone, per lo più giovani, quattro crivellati di colpi in una macchina, altri due in un furgone. L’eccidio fuori da un ristorante italiano dove si era appena consumata una festa di compleanno ma soprattutto un rito di iniziazione e di affiliazione alla ‘ndrangheta, con tanto di santino di San Michele Arcangelo, protettore della mafia calabrese, bruciato: quello di Tommaso Venturi di soli 18 anni. Una mattanza che non solo sconvolse l’opinione pubblica europea per la sua efferatezza e per la giovane età delle vittime, ma perché fu la prova decisiva che la ‘ndrangheta era già fuori dai confini italiani con i suoi affari e con le sue diramazioni. Duisburg Linea di sangue è il film di Enzo Monteleone che, pur cambiando tutti i nomi dei protagonisti, vittime e carnefici, racconta tutto questo, e che Rai 1 manda in onda mercoledì 22 maggio in prima serata nell’ambito delle iniziative dedicate alla settimana della legalità.
Il protagonista è Daniele Liotti che interpreta il commissario Michele Battaglia, cacciatore di mafiosi, che nonostante sia in vacanza al mare con la sua famiglia, viene subito richiamato e spedito a Duisburg per collaborare alle indagini del suo collega tedesco Thomas Block (Benjamin Sadler): “il mio papà viene dalla Calabria perciò sono stato molto contento di dare una certa inflessione nel parlato e poi perché ricordo nel 2007 i grandi titoli dei giornali che riportavano la notizia della strage – ci racconta Daniele Liotti nella nostra videointervista – quando interpreto un personaggio esistente è sempre un po’ arduo per me centrarlo, ma c’è un vantaggio: sentivo un’autorizzazione maggiore a credere in ciò che facevo e dicevo perché era tutto vero, Battaglia però non è il superpoliziotto perfetto che trova subito la soluzione”.
Sua moglie Alessandra, interpretata da Anna Ferzetti, che aspetta una bambina, del resto lo sa ed è sempre pronta a lasciarlo andare: “un ruolo rischioso perché lei esiste realmente – ci dice Anna Ferzetti nella nostra videointervista – in accordo con il regista abbiamo rappresentato una donna forte, ironica, che supporta il marito in qualunque occasione, sempre con il sorriso, nonostante rischi la vita anche lei e ha accettato per amore di stare accanto a un uomo che all’improvviso potrebbe non esserci più”.
Tra i due commissari all’inizio non andrà benissimo anche perché Block ha i suoi buoni motivi, per quanto privati, di non amare particolarmente gli italiani, ma il lavorare fianco a fianco farà presto nascere il reciproco rispetto e anche, alla fine, un’amicizia sincera. Sarà Battaglia però a imboccare alla fine la pista giusta e a scoprire che la strage di Duisborg altro non è che il frutto amaro di un regolamento di conti nell’ambito di una vecchia faida tra i Politano-Favara e i Lapadula-Albanese (nella realtà tra i Nitta Strangio e i Pelle Vottari), due ‘ndrine rivali di San Luca, paese dell’Aspromonte calabrese, e dopo una lunga caccia ad arrivare ai due – giovanissimi pure loro – autori materiali dell’eccidio. Uno dei quali è interpretato da Brenno Placido: “ho lavorato sul personaggio puntando soprattutto sulla freddezza e sulla spietatezza che guardando vari documentari sono le caratteristiche che emergono di più” ci dice nella nostra videointervista mentre Ester Pantano che fa la sua giovane moglie Antonia ci rivela: “io amo così tanto mio marito che spero si tiri fuori da questi affari di famiglia per avere una vita tranquilla”.
Duisburg Linea di sangue racconta dunque l’evoluzione della mafia più potente e feroce di tutte, l’unica presente e attiva in tutti e cinque i continenti, la ‘ndrangheta calabrese, di come i giovani vi vengano immersi sin da piccoli con indottrinamenti familiari tramandati da generazione a generazione, di come le donne contino nell’organizzazione e siano protagoniste nel sostenere i loro uomini e non solo, delle sue regole crudeli da rispettare come quella di colpire sempre gli avversari nei giorni di festa così che la vendetta e il lutto siano più dolorosi e facili da ricordare. Ma anche il lato umano di tutti i protagonisti, le loro forze e debolezze. Le nostre videointerviste a Daniele Liotti, Anna Ferzetti, Brenno Placido e Ester Pantano: