“Che bei tempi…” ci dice Vladimir Luxuria che induge solo per un attimo alla nostalgia per poi riderci subito su, parlandoci della Generazione Diabolika, quella esplosa negli anni Novanta con Muccassassina, la festa più trasgressiva di Roma, che proprio Vladimir Luxuria ideò per finanziare il circolo di cultuta omosessuale Mario Mieli ma soprattutto per affermare e sostenere una filosofia che divenne movimento, parola d’ordine: libertà assoluta, purchè non rompi le balle agli altri. Parte da qui Generazione Diabolika, docufilm e coraggiosa opera prima di Silvio Laccetti che in poco più di un’ora racconta, o meglio, fa raccontare ai diretti protagonisti la storia di Muccasassina prima, e poi di Scandalo, di Diabolika, fino a M2O Diabolika, con la grande festa e i suoi personaggi colorati e libertini che sbarcarono in radio, con la trasmissione in diretta dei party esclusivi e le voci di Henry Pass – suo lo slogan “mordi la mela perchè si vive meglio” – e Lou Bellucci a raccontarli a modo loro, fino al Cocoricò che proprio in questi giorni non sta avendo vita facile.
Cast dunque variegato nel quale troviamo, oltre a Vladimur Luxuria che apre il film tra le mucche in un’immaginaria Piazza di Spagna, Henry Pass e i DJ che con il loro carisma hanno fatto grande la musica di quella generazione, quella house soprattutto, mesciata a sonorità elettroniche, e contribuendo così a un successo fatto di libertà e trasgressione, come Emanuele Inglese, nato proprio a Muccassassina scoperto da Luxuria, Paolo Bolognesi, Emix, Simone Lp, D Lewis, e poi Sara Bellucci sorella di Lou Bellucci, il vocalist romano prematuramente scomparso due anni fa, i produttori Stefano Santacruz, Fabrizio De Meis, e tanti altri. Una parabola ascendente e contagiosa quella della Generazione Diabolika, “l’ultima generazione del tutto spensierata” ci dice Emanuele Inglese, un fenomeno che varca i confini, che diventa stile di vita, cone le sue lunghe notti di ciglia lunghe e piume di struzzo, maschere demoniache e stivali a zeppa aata, tuniche argentate e parrucche colorate, fino al declino…
“Generazione Diabolika è la storia di un movimento, di un vero e proprio fenomeno di costume che ha caratterizzato tutte quelle generazioni nate tra il 1985 e il 1995 – dice il regista del suo film – un racconto intimo, in cui la macchina da presa quasi scompare e l’incedere narrativo è alternato tra immagini di repertorio e interviste realizzate tutte in notturna. Siamo partiti da un punto di vista privilegiato, avendo vissuto questo fenomeno e conoscendo ancor prima di iniziare la ricerca, la storia del Diabolika. Abbiamo voluto rendere questo racconto un’indagine sociale e culturale che ha visto la nascita e l’evoluzione di un genere musicale estraneo al circuito mainstream. Ma il film vuole essere anche un omaggio, un ricordo dal sapore nostalgico”. Ieri, lunedì 10 giugno, stesso giorno dell’esordio in sala, l’affollata anteprima di Generazione Diabolika al Multisala Barberini di Roma dove abbiamo incontrato e videointervistato Vladimir Luxuria, Henry Pass e Emanuele Inglese: