Le atmosfere sono cupe, la colonna sonora è rigorosamente jazz, la location dominante è quella dei bassifondi newyorkesi, siamo negli anni Cinquanta e c’è un detective deciso a scoprire chi ha ammazzato il suo mentore e amico, quello che per primo ha creduto in lui proteggendolo da tutto e tutti sin dagli anni dell’orfanotrofio in cui entrambi erano finiti e poi prendendolo a lavorare con lui e con altri ex ragazzini loro compagni di collegio, tutti motherless, cioè orfani. Motherless Brooklyn I segreti di una città il titolo del film di e con Edward Norton che ha aperto la Festa del Cinema di Roma 2019 e che, tratto liberamente dal romanzo omonimo di Jonathan Lethem, vede l’attore bostoniano tornare contemporaneamente davanti e dietro la macchina da presa a 19 anni da Tentazioni d’amore. Una seconda prova perfettamente riuscita: magnifica la sua interpretazione del protagonista Lionel, affetto da una sindrome sconosciuta ai più che proprio come l’Asperger – affibbiata invece a noti detective soprattutto televisivi, vedi Bones o The Bridge, cui in qualche modo offre vantaggi al loro lavoro come la freddezza, la pignoleria e l’ossessività – sembra dotare Lionel di una marcia in più: è la sindrome di Tourette che, tra le altre sue caratteristiche, concede vita propria a una parte autonoma del cervello di fare battute e di dire sempre cosa pensa, a voce alta, altissima, facendo sembrare chi ne è affetto dotato di una doppia, contemporanea personalità che poi in qualche modo è pure così. E la cosa fa ridere. Però anche la Tourette dota il proprio ospite di caratteristiche utilissime alla sua professione soprattutto se questa è quella dell’investigatore privato, come una memoria di ferro, ad esempio: Lionel non ha bisogno di appuntarsi nulla, ricorda parola per parola e immagine per immagine tutto ciò che sente e vede. Certo, poi magari fa battute a sproposito sulle tette delle ragazze o tocca loro ripetutamente le spalle o spegne di continuo il fiammifero che accende loro la sigaretta dell’approccio, ma vuoi mettere… “Io penso che si può vedere nel film che ci sono sì dei vantaggi, come comprende il personaggio di Bruce Willis – ci dice Edward Norton rispondendo alla nostra domanda in conferenza stampa – ma quello che è più interessante secondo me è la sfida dei personaggi che soffrono di qualche disturbo, e non è tanto nel raccontare la sindrome ma nel far emergerne l’umanità totale: la sua lotta quotidiana è legata a questa sindrome di cui soffre ma lui inizialmente è passivo, si definisce così, solo quando incontra un’altra persona si rende conto che anche lei deve lottare con i suoi problemi ma li affronta. Come molti di noi anche Lionel deve rendersi conto che le difficoltà con cui fa i conti giorno dopo giorno non sono una scusa per essere passivo rispetto a ciò che sta succedendo, e questo mi piace”. La persona di cui ci parla Norton è Laura, un’attivista interpretata da Gugu Mbatha-Raw a cui il suo personaggio piace tantissimo: “lei sfida i clichè, soprattutto delle donne nere degli anni 50 – dice – non è una casalinga né una femme fatale o una cantante jazz, è una donna istruita, attivista contro la discriminazione razziale… lavorare con Edward sull’interazione dei due personaggi è stata una danza delicata e tenera”. In Motherless Brooklyn I segreti di una città dunque Lionel indaga sull’omicidio dell’amico Frank Minna interpretato da Bruce Willis e nel farlo scopre via via segreti pericolosi che riguardano le sorti dell’intera città di New York tra ricostruzioni e rivalutazioni di quartieri, sgombri di intere famiglie soprattutto nere, paternità nascoste, intrighi politici, corse al potere e tante botte. Il jazz, come detto, a fare da tappeto musicale a tutta la storia. Nel cast anche Bobby Cannavale, Alec Baldwin, Willem Dafoe e Ethan Suplee. Motherless Brooklyn I segreti di una città sarà in sala dal 7 novembre con Warner Bros. Pictures. Ecco il nostro videoincontro alla Festa del Cinema 2019 con Edward Norton e Gugu Mbatha-Raw:
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