Si fa presto a dire Babbo Natale o Santa Klaus, ma chi era costui prima di cominciare a vestirsi di rosso, volare di notte su una slitta trainata da renne e calarsi nei camini per portare giocattoli ai bambini buoni? Le teorie sono tante, ma a noi piace quella di Klaus, primo film d’animazione di Netflix dove lo troviamo dal 15 novembre, diretto dal coideatore di Cattivissimo me Sergio Pablos che lo ha pure scritto con Jim Mahoney e Zach Lewis. Pare che la storia sia andata così: c’è un giovane postino viziato di nome Jesper che suo padre, che è anche il capo della Regia Accademia Postale, spedisce a Smeerensburg, una cittadina innevata del profondo nord dove tutti si ammazzerebbero con piacere e dove allo stesso Jesper non viene riservata proprio la cosiddetta calda accoglienza. A Smeerensburg le famiglie degli Ellingboe e dei Krum sono nemiche da sempre e ci tengono a mantenere accesa la loro faida altrimenti con tutta quella neve e quel freddo sai che noia… Ma non hanno fatto i conti con Jesper che dopo aver conosciuto un giocattolaio grande e grosso di nome Klaus che nasconde un dolore profondo, e anche una maestra che ha rinunciato, ma solo momentaneamente, ai suoi ideali di nome Alva, inizia un percorso di maturazione e redenzione tanto da diventare l’artefice di tutte le tradizioni natalizie che si sono poi protratte nel tempo fino ai giorni nostri. Merito o colpa? Dipende dai gusti e dai punti di vista, per cui ai posteri l’ardua sentenza. Fatto sta che per le calze sul camino, i doni e il carbone, pare che dobbiamo ringraziare proprio Jesper che peraltro non si è limitato a questo, ma ha messo pace pure in città tra le due dinastie rivali.
Klaus è un film piacevole e divertente e ha tanti pregi: racconta come con la forza di volontà e la giusta motivazione si possano raggiungere i propri obiettivi; come con un nuovo scopo e l’affetto delle altre persone si riesca a superare un lutto; come ci si possa “riciclare” anche temporaneamente se questo renderà possibile rimettersi sulla propria strada. E ancora: si può far vedere ai bambini che insistono col domandare chi sia o cosa sia Babbo Natale così da dar loro una risposta e chiuderla lì; ci regala un ruolo da villain tutto al femminile con Miss Krum, egregiamente doppiata in italiano da Carla Signoris che da Dory a Miss Krum fa un bel salto di cattiveria; ci offre una buona alternativa ai classici natalizi da vedere e rivedere ogni anno proponendoci una storia originale e fantasiosa. E soprattutto segna un netto miglioramento come doppiatore di Marco Mengoni che avevamo già ascoltato ne Il re Leone ma che qui con Jesper è davvero tutta un’altra cosa. Forse merito della vicinanza con un doppiatore doc come Francesco Pannofino che fa parlare Klaus in persona. Senza sottovalutare Ambra Angiolini che dà voce alla maestra Alva e Neri Marcorè che è l’ironico traghettatore Mogens. Ecco la nostra videointervista a Marco Mengoni, Carla Signoris e Francesco Pannofino: