e la prima cosa che colpisce è l’abbassamento dell’età dei suoi protagonisti, vent’anni o giù di lì, almeno rispetto ai suoi ultimi lavori. In Un giorno di pioggia a New York, in sala da giovedì 28 novembre, il regista di Brooklyn punta i riflettori su Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), due studenti del college “quasi” fidanzati, anche se hanno caratteri e interessi completamente diversi e alla fine se ne accorgeranno, loro malgrado. Un giorno di pioggia a New York parla dunque di Gatsby e Ashleigh, ma parla un po’ di tutti noi, delle persone in cerca di se stesse, delle loro sconfitte, di come sono e di come appaiono, della loro lotta contro le ore, i giorni e gli anni che passano, dei momenti persi e delle occasioni saltate, ma anche di quelle prese al volo e delle rivelazioni illuminanti come fulmini a ciel sereno, del previsto e dell’imprevisto, e non importa l’età, ce n’è per tutti, sempre: “le persone più sentimentali cercano sempre di nasconderlo mostrandosi ciniche ma, se riesci a scavare un po’ sotto la loro scorza, scopri che in realtà sono molto romantiche – dice Woody Allen – I personaggi del film hanno bisogno che gli altri riescano a vederli oltre la loro apparenza fisica, per quello che hanno dentro; e il tempo è sempre contro di te, puoi cercare di controllarlo o di manipolarlo un po’, ma alla fine devi arrenderti”. A volte la resa è dolorosa altre volte salvifica, dovremmo imparare ad accettare, come fa Gatsby verso la fine della storia, che non tutto dipende da noi, che le persone ci possono sorprendere, nel bene e nel male, che le nostre scelte possono essere giuste o sbagliate ma che non sono per sempre, che ciò che crediamo di essere ci chiede il conto quando ci imbattiamo negli altri e sta a noi resistere o cambiare, e non c’è nulla di sbagliato qualsiasi sia la nostra decisione, purché ci venga concessa l’occasione. Avremmo tutti diritto, nella vita, a Un giorno di pioggia a New York.
Ed eccoci ai nostri giovani eroi. Gatsby è testardamente romantico, logorroico, sarcastico, sa un sacco di cose e non lo nasconde, suona il piano, è ludopatico ma senza stress, tanto vince sempre e poi per lui i soldi non sono certo un problema, ricco di famiglia com’è. E a proposito di famiglia: i suoi non li sopporta proprio, sua madre soprattutto (Cherry Jones), che lo ha sempre caricato di aspettative più grandi di lui: un colpo di scena quasi a fine film lo farà ricredere ed è indubbiamente il momento più bello e interessante del film che ti lascia prima impietrito e poi ti allarga la faccia con un gran sorriso. E poi “ha gusti molto personali e indipendenti ed è interessato solo a quello che gli piace – dice Woody Allen del giovane vecchio Gatsby – ama la vecchia musica, le sue vecchie cose, i giorni piovosi e il gioco d’azzardo che per lui ha un sapore nostalgico, romantico e gli porta alla mente la New York di Damon Runyon con le strade di Broadway popolate da giocatori d’azzardo e scommettitori sulle corse dei cavalli, fa tutto parte della sua visione romantica della vita; è un solitario, ha trascorso la sua giovinezza seduto nella sua stanza ad ascoltare dischi, senza socializzare con gli altri ragazzi ma non è a suo agio nel modello al quale sua madre vorrebbe assomigliasse, perché non ne condivide i valori. È sicuramente un ragazzo triste, su questo non c’è dubbio”.
Ashleigh è decisamente più leggera, ingenua ma non più di tanto, vuole diventare una giornalista ma “non è brillante come chi è cresciuto a New York anche se è intelligente e bene educata – dice di lei Woody Allen – è una graziosa ragazza di provincia cresciuta imparando a cavalcare, a pescare e a giocare a golf”. Ashleigh scrive di cinema per il giornale del college e per un colpo di fortuna è chiamata a sostituire una collega in una trasferta a Manhattan dove ha già fissato un appuntamento per intervistare il regista Roland Pollard (Liev Schreiber), che guarda caso è il suo preferito. Gatsby si offre subito di accompagnarla perché lui è un newyorkese doc e con l’occasione le propone di trascorre un week end romantico insieme nel corso del quale lui mostrerà a lei, che viene dall’Arizona, tutte le bellezze della Grande Mela. Ovviamente il piano va in malora sin da subito. Per una serie di situazioni imprevedibili, inclusa la grande empatia che l’affermato regista Pollard sembra provare immediatamente per la cronista in erba, i due ragazzi resteranno separati per gran parte del tempo. Tempo brutto peraltro, con una pioggia incessante che fa da terza protagonista del film: “volevamo che la pioggia simboleggiasse il romanticismo e l’amore – spiega Allen – New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche piovosi, acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e pulite, e se Ashleigh pensa che la pioggia sia triste, Gatsby la trova romantica. Questa è una storia d’amore, e mi piaceva moltissimo l’idea di ambientarla in una romantica New York piovosa”.
Ashleigh sarà sempre più affascinata e fagocitata dal mondo del cinema e dai stravaganti personaggi che lo animano, da Roland Pollard in primis, decisamente in crisi creativa che lei si sentirà di dover risollevare con una bella iniezione di fiducia; al tormentato sceneggiatore Ted Davidoff (Jude Law) che non solo vive praticamente all’ombra di Pollard, ma con il sospetto che diventa realtà che sua moglie Connie (Rebecca Hall) lo tradisca col suo migliore amico; fino alla star sudamericana Francisco Vega (Diego Luna) stanco di interpretare sempre lo stesso personaggio: “Ashleigh non è stata ancora intaccata dal cinismo e dalle menzogne della vita, ed è dalla loro parte – spiega Woody Allen – con la sua onestà è per loro fonte di ispirazione, ne conosce il lavoro e lo rispetta, non vi è ambiguità in lei, l’opinione positiva che ha dei loro film è sincera e il suo modo di essere diretta è qualcosa di cui loro hanno bisogno in quel momento e che li fa sentire bene”. Gatsby, che non farà che cercarla, correrle dietro, aspettarla e chiamarla al telefono, alla fine si rassegnerà all’evidenza e scoprirà, o meglio riscoprirà, qualcuno più affine a lui su cui riversare la propria attenzione, e non solo, qualcuno come Chan (Selena Gomez), trovando anche la lucidità e la forza di cambiare il suo destino. “Penso che Un giorno di pioggia a New York sia un film positivo – dice Woody Allen – e che Gatsby alla fine del weekend trovi sé stesso, ha un rapporto migliore con sua madre e arriva a prendere una decisione sulla donna della sua vita”.