Un figlio va bene, ma due, attenzione, perché non è che 1 più 1 fa 2: se parli di figli, 1 più 1 fa 11! Sara e Nicola se ne accorgeranno presto anche se qualcosa dovrebbero aver sospettato sin da subito, era evidente dalle loro espressioni felici e dubbiose quando lei lo ha detto a lui che era incinta di nuovo, a 6 anni dalla prima volta, quella che portò Anna nella loro vita… “Figli è un film di Mattia Torre” come tiene a precisarecon generosità e rispetto Giuseppe Bonito che lo dirige per scelta dello stesso Torre, scomparso prematuramente e dolorosamente la scorsa estate lasciando un vuoto e una tristezza infinita tra quelli del suo mondo: Valerio Mastandrea in primis, che in Figli fa Nicola, e che di Torre ha girato La linea verticale e recitato Migliore; Valerio Aprea che fa il “padre separato” e che con Torre ha condiviso i primi palcoscenici e poi la grande famiglia di Boris, così come Paolo Calabresi che interpreta il “padre con tanti figli”. Anche il cast, dove troviamo anche Stefano Fresi, Andrea Sartoretti, Massimo De Lorenzo, Gianfelice Imparato, lo ha scelto lui, attore per attore, personaggio per personaggio. Prima di andarsene.
“Figli è un film di Mattia Torre – esordisce quindi il regista – Dico ‘un film di’ e non semplicemente ‘un film scritto da’ perché conoscevo bene Mattia e sapevo quanto vissuto ci fosse in questo copione, un distillato innanzitutto della sua vita ma, a mio avviso, trascende questa sfera privata per diventare lo specchio della vita di tutti noi. L’esistenza stravolta dall’arrivo di un figlio, l’ansia di crescere, la sensazione di non farcela, la difficoltà ad accettare i cambiamenti piccoli e quelli enormi che la vita pone a Sara e Nicola, tutto questo viene passato costantemente sotto la lente d’ingrandimento ironica della commedia ed era già contenuto in nuce nel monologo ‘I figli invecchiano’ da cui il film trae spunto. Figli è la storia, comica e commovente, di una coppia, di due persone che si amano e che provano a reggere all’onda d’urto della genitorialità in un tempo caotico e in un Paese sempre più ostile. In questo film si fondono insieme il registro comico ma anche l’analisi profonda; si mescolano, talvolta persino nella stessa situazione, la realtà, la percezione della realtà e l’inconscio, con una disinvoltura e una apparente leggerezza che solo i grandi autori posseggono”.
Dunque, all’arrivo del pargolo Sara, che è una splendida Paola Cortellesi, e Nicola vengono letteralmente travolti dalle loro insicurezze, paure, indecisioni, che non ricordano di aver avuto con la primogenita: Pietro, quel piccolo bimbo paffuto che quando piange parte la Patetica di Beethoven, sembra la causa di ogni nuovo litigio tra i due, di ogni difficoltà, e tra notti insonni e conti da pagare e vita sociale inevitabilmente minata, anche di quella gran voglia di lanciarsi, di tanto in tanto, dalla finestra. Ma perché sei anni prima non era accaduto? Che il mondo sia cambiato? Certo, i nonni non sono più amorevolmente pronti ad aiutare, loro sono la generazione forte e ricca di oggi; e la baby sitter ideale quella no, proprio non esiste. E allora? Allora è così e basta, si prende atto e si va avanti. Ci passano tutti. Più o meno.
Figli, in sala da giovedì 23 gennaio, è un bel film, ironico, divertente, con trovate sceniche geniali, quelle care a Mattia Torre come il fondale bianco su cui sospesi si stagliano i due protagonisti, racconta la vita, la realtà, prende in giro i genitori ma anche i figli, e forse, paradossalmente, fa quasi venire voglia di farli. Se non fosse per quel velo di malinconia che ci sfiora tutti al pensiero che chi l’ha pensato, vissuto e scritto non c’è più. Ma di quello né lui né il regista né il cast hanno la minima colpa. La nostra videointervista a Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi e Paolo Calabresi e la videosintesi della conferenza stampa di Figli che inizia proprio con la nostra domanda ai protagonisti: