In Trentino Alto Adige, nella provincia autonoma di Bolzano, c’è un paese chiamato Curon, meno di 2500 abitanti, noto a molti per una vicenda un po’ inquietante: nel 1950 si decise di unificare i piccoli laghi alpini del comune e farne un unico enorme bacino da utilizzare per la produzione di energia idroelettrica. Fu quindi costruita una grande diga e il 23 luglio il paese, dopo essere stato evacuato da tutti i suoi abitanti costretti a lasciare case e ricordi, campi e stalle, e raso al suolo con l’esplosivo, fu completamente inondato e sommerso da quello che è conosciuto come il lago di Resia, di circa 6,6 chilometri quadrati di ampiezza, sul quale si specchia il nuovo paese ricostruito più a monte. Dall’acqua spunta però il campanile risalente al 1357, della vecchia chiesa di Santa Caterina D’Alessandria, che è stato conservato e che, divenuto attrazione turistica soprattutto in inverno quando il lago gela e si può raggiungere a piedi, viene restaurato periodicamente come monumento storico. Le campane non ci sono più, furono infatti rimosse dal campanile pochi giorni prima della distruzione del paese, eppure qualcuno giura di sentirle, di tanto in tanto, soprattutto in inverno.
A Curon è ambientata, ed è stata girata l’inverno scorso in tre mesi, la nuova serie originale Netflix intitolata, appunto, Curon, un supernatural drama tutto italiano prodotto da Indiana Production e disponibile in 7 episodi da mercoledì 10 giugno in ben 190 paesi, che fonde realtà e fantasia. Il clou sta nella teoria del doppio, quella secondo la quale ognuno di noi ha una parte oscura, un’ombra, che solitamente resta per lo più inattiva, tenuta a bada dalla ragione e dal buonsenso. Per dirla un po’ più tecnicamente, avete presente Freud, l’io, il Superio e l’inconscio? Ecco, siamo da quelle parti, dove non sempre il ruolo di controllo dell’io riesce a contenere l’inconscio dove riponiamo tutto ciò che per noi è inaccettabile di noi stessi, che con il giusto innesco può prendere il sopravvento e, in questo caso, concretizzarsi e prendersi il suo ruolo nella direzione degli eventi. Ed ecco la storia di Curon dove, a quanto pare, due famiglie si odiano da allora…
Anna (Valeria Bilello) se n’è andata da tempo, subito dopo la misteriosa morte della madre, è diventata madre a sua volta a soli 17 anni ma noi la conosciamo nel momento in cui torna a Curon con i suoi due figli gemelli già adolescenti Mauro (Federico Russo) e Daria (Margherita Morchio) che conosceranno per la prima volta il nonno Thomas (Luca Lionello), uomo di poche parole: lui sa tutto ma non rivela nulla, e poi ha catturato un lupo, reo di avergli ammazzato il cane, che cerca di addomesticare. Di lì a poco i gemelli dovranno fare i conti con gli abitanti del posto, la nuova scuola, i nuovi compagni e soprattutto con la scomparsa della madre. Daria fatica a frenare le sue emozioni che a volte si trasformano in rabbia e anche in qualche pugno ben assestato, ce l’ha con il padre che praticamente non conosce, ed è legatissima al gemello Mauro che, a sua volta, usa il suo apparecchio acustico per staccarsi dalla realtà quando non gli piace, anche quando si arrabbia con la madre o litiga con Daria, infatti è sordo sin da picolo – poi capiremo perchè – e la sua passione è il suo drone. Daria e Mauro legheranno principalmente con altri due fratelli, Micki (JuJu Di Domenico), la ragazza più bella e popolare del posto che però custodisce senza saperlo un segreto che la riguarda e che scoprirà grazie a Daria, e Giulio (Giulio Brizzi), che pratica MMA, è pieno di tatuaggi e fa spesso il bullo, soprattutto contro Lukas che chiama micetta: Lukas (Luca Castellano), ragazzo fragile ossessionato da Micki di cui è innamoranto silente, non sopporta che suo padre ami il gatto più di lui e un giorno glielo farà sapere. Micki e Giulio sono i figli di Klara (Anna Ferzetti) e Albert (Alessandro Tedeschi), lei fa l’insegnante ed è da sempre innamorata del marito, lui guardia forestale, carattere ispido, pensa ancora al suo grande amore Anna, soprattutto ora che è tornata a Curon. Micki e Giulio seguiranno Daria e Mauro nelle ricerche della madre e tutti e quattro scopriranno verità sulle rispettive famiglie e su loro stessi che potremmo riassumere in: non sempre le persone sono ciò che sembrano, chi sembrano e come sembrano e ognuno di noi deve fare i conti con la sua ombra, ovvero il suo lato oscuro spesso risvegliato da eventi particolarmente coinvolgenti e percepiti come insopportabili. E che non si può fuggire da sé stessi. Nel cast anche Max Malatesta nei panni di Ober.
Scritta da Ezio Abbate con Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano, Curon è diretta per i primi 4 episodi da Fabio Mollo (Tutto può succedere, Il padre d’Italia) e per gli altri 3 da Lyda Patitucci, ed è dedicata alle vittime del Covid-19. “Ognuno di noi ha un’ombra, un altro ‘io’ con cui scontrarsi prima o poi – dice Fabio Mollo – Curon esplora questa relazione/conflitto attraverso la paura, l’ironia, la violenza e l’amore. Desideravo da tempo poter raccontare una storia che fosse di genere, ma allo stesso tempo anche un racconto intimo e personale. Curon mi ha permesso di farlo. Per noi è stato molto importante girare nei luoghi reali dove la storia è ambientata, non solo per raccontare nel miglior modo possibile il lago e la sua mitologia, ma anche per trasmettere un senso di verità al viaggio fisico ed emozionale dei nostri protagonisti nella meravigliosa location di Curon“. Aggiunge Lyda Patitucci: “Curon mi ha dato la possibilità di affrontare un argomento personale, intimo e proprio di qualsiasi essere umano come la ricerca di sé, della propria identità attraverso una storia dinamica, di intrattenimento, giovane e contemporanea, dove il soprannaturale si innesta nella realtà in modo dirompente. I personaggi, come ciascuno di noi, per crescere si trovano a fare delle scelte, a percorrere alcune strade piuttosto che altre. Per farlo devono accantonare, reprimere, perdere e sacrificare una parte di loro stessi; parte che prima o poi e in modi differenti cerca di emergere. Nella nostra serie questa lotta interna viene esternalizzata, regalandomi la grande opportunità di rappresentare, di mettere “fisicamente” in scena l’immaginazione, le paure, le ansie più intime che spesso hanno un volto a noi molto simile e familiare. Tutto questo all’interno di una cornice unica come quella delle Alpi, dove la natura e la storia dei luoghi raccontati diventano un altro protagonista della vicenda, influenzando quella dei personaggi”. Curata e perfettamente aderente al clima della serie la colonna sonora composta da temi originali di Giorgio Giampà cui hanno partecipato anche Childish Gambino, Fischerspooner, Lorn, Max Richter, Trentmoller, Swans e alcune nuove realtà musicali italiane come Teho Teardo, MYSS KETA e Luca Longobardi.