Dici Medio Evo e pensi subito al lungo periodo buio fatto di guerre, carestie, epidemie, invasioni barbariche, crociate, arretramento culturale, superstizioni, pochi ricchi e tanti poveri, anche se nell’anno Mille ci fu un cospicuo miglioramento con lo sviluppo dell’agricoltura, dei commerci, delle città e pure della cultura. Ed è proprio nell’anno Mille che vivono gli abitanti del Regno, un’isola medievale nella campagna romana dei giorni nostri creata nella sua proprietà da un uomo che si incorona re e comanda con distacco e rigidità il suo popolo. O almeno questo si racconta ne Il Regno, primo lungometraggio di Francesco Fanuele tratto dal suo omonimo corto con il quale quattro anni fa si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Protagonista di quel corto e anche del film, dal 26 giugno on demand su ITUNEs, Google Play, Chily, Sky prima fila, Rakuten, CGHV, Huawei, Infinity, TIMVISION, e#iorestoinSALA, è Stefano Fresi nel ruolo di Giacomo, figlio di quell’autoproclamato re, cacciato dal padre ancora bambino assieme alla madre, completamente ignaro di quel mondo a parte creato dal genitore. La notizia gli verrà data assieme all’invito al funerale e al testamento del padre che lascia Il Regno ai suoi sudditi ma a lui la nuda proprietà e il trono. Nulla sarebbe potuto accadere senza l’eccentrico e un po’ schizofrenico avvocato Bartolomeo Sanna, interpretato da Max Tortora che con Stefano Fresi va a comporre una coppia comica perfetta, tanto che, complice l’ambientazione, non può non tornarci in mente, con tutto l’immenso e dovuto rispetto, quel Non ci resta che piangere di e con Massimo Troisi e Roberto Benigni.
Dunque Giacomo scopre Il Regno, con tutti i suoi abitanti vestiti d’epoca, carrozze, discorsi in latino, tecnologia zero, baratto al posto del denaro, niente pomodori che nell’anno Mille non sono ancora stati scoperti perché non è ancora stata scoperta l’America da cui verranno importati… Un orrore inizialmente, ma poi Giacomo scorge nel regno un’occasione per fuggire alla solitudine e alla routine quotidiana della sua vita da autista di bus, e di provare l’ebbrezza di un potere mai avuto, e anche lui cambierà il fare e anche il dire, con l’autostima che gli schizza a mille e quando è così, si sa, fa solo danni.
Il Regno è una commedia con più significati: il primo è il già detto potere del potere di trasformarti in qualcun altro; il secondo è che la paura dello straniero e del nuovo arriva da lontano; la terza è che non sono le epoche ad essere buie, ma gli uomini che comandano in quelle epoche; la quarta è che sono tutti bravissimi, non solo Stefano Fresi e Max Tortora, ma anche Silvia D’Amico e Fotinì Peluso che interpretano Ofelia, ragazza a metà tra il regno e il fuori, e Lisa, donzella tutta di un pezzo, altezzosa e spocchiosa. Ecco le nostre videointerviste a Stefano Fresi, che ci parla anche della sua partecipazione, stasera, a Grido per un nuovo Rinascimento Prima Giornata Nazionale dei Lavoratori dello Spettacolo, Max Tortora, Silvia D’Amico e la videosintesi della conferenza stampa: