“In ogni gruppo di amici ci sono sempre 6 tipi: il leader, il suo vice, la ragazza, il bello, il furbo e l’imprescindibile” dice il vecchio Nicola a Leo, 16 anni appena e già tanto dolore nella vita. E questo vale pure in ospedale, dove si trovano entrambi. E allora Leo si proclama leader, nomina suo vice il compagno di stanza Vale e insieme iniziano a cercare gli altri. Iniziava così un anno fa su Rai1 la prima stagione di Braccialetti rossi, prodotta da Rai Fiction e Palomar, scritta da Sandro Petraglia e diretta da Giacomo Campiotti, versione italiana della fortunata serie catalana Polseres vermelles creata da Albert Espinosa e Pau Freixas i cui diritti per un remake americano sono già stati acquisiti da Steven Spielberg per un adattamento destinato alla ABC e scritto da Marta Kauffman di Friends.
Ed era un ragazzino in coma di nome Rocco a raccontare la storia di Cris, “la ragazza” che non mangia più, di Leo cui il cancro ha portato via una gamba eppure è “il leader”, di Vale il suo “vice”, di Toni “il furbo”, di Davide “il bello” ma con problemi al cuore, ragazzi uniti da un’amicizia scaturita dal male, dal dolore e dalla paura tra le mura bianche di un ospedale pediatrico. “Quelli che stanno bene vanno avanti come se al mondo non ci fossero persone malate” dice Rocco, che nonostante si trovi in un posto lontano che non è né vita né morte, ha un ruolo “imprescindibile”, e infatti così lo chiamano, perché senza di lui non ci sarebbe nessun gruppo.
È già difficile essere adolescenti, figuriamoci se malati di cancro o in coma profondo con la vita rinchiusa in un microcosmo che si chiama ospedale. Ma per loro, e per i loro fans, sembra che tutto abbia un senso e, soprattutto, che si possa superare. La prima stagione di Braccialetti Rossi ha avuto infatti un successo strepitoso: 6.210.000 spettatori e uno share del 22,57% e tutto grazie a loro.
C’è Rocco (Lorenzo Guidi) detto, appunto, l’imprescindibile (guarda il video di Rocco), un ragazzino in coma per aver ceduto alla sfida lanciatagli in piscina da un gruppo di bulli, ma che nonostante il sonno profondo riesce a comunicare con gli altri attraverso una sorta di piscina-limbo dove si può andarlo a trovare. C’è Leo (Carmine Buschini) che è il leader e fondatore della compagnia: per un tumore gli hanno amputato una gamba, ma ha ancora forza e coraggio da vendere, ma purtroppo per lui non c’è nulla di buono all’orizzonte. C’è Cris (Aurora Ruffino), ovvero “la ragazza”, in ospedale perché anoressica, che si innamora di Leo, ma pure un po’ di Vale (Brando Pacitto), anche lui destinato a reggersi di lì a poco su una gamba sola. C’è Toni (Pio Piscicelli) che si è fatto male provando una moto più grande di lui e c’è Davide (Mirko Trovato), svenuto durante una partita di pallone a scuola: il suo cuore ha qualcosa che non va e mentre si fa più tenero e aperto verso gli altri paradossalmente si indebolisce ed è l’unico che non ce la fa. Ma non li molla i suoi amici, e neanche suo padre (Ignazio Oliva) e la compagna Lilia (Laura Chiatti): continuerà a sorvegliarli tutti e per quanto possibile ad aiutarli, sarà insomma una sorta di fantasma buono.
Da stasera la seconda serie di Braccialetti Rossi in prima serata su Rai1 continua a raccontare le loro storie: Rocco si è svegliato, ma… Leo e Cris stanno insieme ma… Vale viene dimesso, ma… c’è sempre un ma per ognuno di loro perché la vita fuori dall’ospedale non è poi tutta rose e fiori come ci si potrebbe aspettare. Al centro sono sempre i ragazzi mentre gli adulti continuano a fare da contorno, come il dottore (Andrea Tidona) e la dottoressa (Carlotta Natoli), l’infermiere (Lele Vannoli), il padre di Vale (Giampaolo Morelli), la sorella di Cris (Francesca Valtorta, leggi la sua intervista), la mamma di Rocco (Michela Cescon).
E come in ogni seconda stagione che si rispetti non mancano le new entry: Nina (Denise Tantucci già vista in Un medico in famiglia), che non accetta la sua leucemia, e apparentemente non fa che pensare ai vestiti; Bea (Angela Curri), entrata in coma per un incidente in motorino causato da Chicco (Daniel Lorenz Alviar Tenorio), anche lui finito in ospedale, un filippino cicciottello che si innamorerà di Flam (Cloe Romagnoli), una piccola e bionda ragazzina che sarà la sua salvezza.
Ma non è quella che si chiama TV del dolore?
“Assolutamente no – risponde il regista Giacomo Campiotti – sono i genitori ad aver paura delle parole, i ragazzi chiamano le cose con il loro nome. È una favola, con sei ragazzi uniti nella stessa battaglia: guarire”.
Però si parla di malattia e morte..
“Il dolore e la morte esistono e mentre gli adulti non sanno affrontarli, i ragazzi e i bambini hanno delle risposte su questi temi che sanno benissimo che esistono, sono più aperti e hanno più coraggio”.
La malattia non è molto ben vista nella nostra società
“Infatti nella nostra società chi si ammala ha paura di dirlo, quasi si vergogna. Con Braccialetti Rossi la gente inizia a considerare come eroi non solo i calciatori e i tronisti, ma anche ragazzi senza capelli che hanno fatto la chemio”.
Braccialetti Rossi 2 è anche un secondo disco con la colonna sonora di Niccolò Agliardi (guarda il video con il live) e la collaborazione di artisti come Francesco De Gregori, Roberto Vecchioni, Paola Turci, Emis Killa.