C’è una donna che aspetta fuori dal carcere un ragazzo che torna in libertà. E invece no. Perché quel ragazzo ha saputo che tra una decina di giorni Francesco Totti farà visita ai detenuti e scatterà delle foto con loro, uno a uno, e allora ha chiesto di poter restare ancora un po’. In cella. Cioè, ha chiesto un allungamento di pena per incontrare e farsi una foto con il Capitano della Roma. Questo è l’inizio di Speravo de morì prima, la serie dedicata a Francesco Totti al via venerdì 19 marzo su Sky Atlantic e in streaming su Now diretta da Luca Ribuoli, a raccontare non la sua vita, ma quell’anno e mezzo conclusosi con il suo doloroso addio al pallone che “senza la palla io non so manco chi sono” dice lui stesso nella serie. E se per Totti quel taglio netto è stato doloroso, per i suoi tifosi fu lacerante, e triste, molto triste, anche per chi magari non era e non è proprio un esperto di calcio, ma che tifava e tifa ancora Roma soprattutto perché la Roma è, e sempre resterà, Francesco Totti (tipo me).
Ma Speravo de morì prima non è una serie drammatica, anzi, l’ironia viaggia sovrana ed è anche divertente. L’inizio appena descritto basterebbe già per capirne lo spirito e anche il titolo non è da meno: Speravo de morì prima era scritto su uno striscione, diventato storico, aperto durante la cerimonia d’addio del 28 maggio 2017 allo Stadio Olimpico, cerimonia seguita alla partita Roma Genova finita 3 a 2, l’ultima giocata da Totti: comparve in tribuna Tevere ed era stato scritto da alcun ragazzi del gruppo Barilla, in particolare da Giovanni Lazzarini che definì quella giornata “un terribile giorno di una settimana struggente” e al quale, naturalmente, la produzione della serie ha riconosciuto i diritti.
Protagonista nel ruolo di Francesco Totti è Pietro Castellitto, bravissimo nel rifarne i modi e la parlata senza scadere nell’imitazione e nella macchietta: “la sfida era riuscire a creare una maschera che lo ricordasse e lo evocasse ma che al tempo stesso lo stupisse – ha raccontato nel corso della suggestiva conferenza stampa svoltasi via Zoom da uno stadio Olimpico deserto dove ha letto anche alcune pagine del suo diario di bambino dedicate a lui – sono cresciuto con il suo poster in camera, ma come si fa a interpretare un poster? Io Totti non l’ho mai conosciuto fino ad ora, lo conoscevo dalla tribuna, la serie è invece incentrata nella parte più intima di Totti e mai così tanto ho percepito, giorno dopo giorno, di migliorare come attore”. Adesso Totti invece l’ha conosciuto e “alcune cose me l’aspettavo, ma incontrandolo per la prima volta l’ho scoperto sorprendentemente loquace, teneva banco, e anche molto consapevole di quello che rappresenta per un ragazzo cresciuto con lui e del mito che è, e fa di tutto per metterti a tuo agio, una persona incredibilmente libera che se si accorge che se ci sono le premesse per divertirsi, lo fa con te senza alcun problema”.
Ad interpretare Ilary Blasi, della quale in Speravo de morì prima viene evidenziato il ruolo di sostenitrice, complice e anche sprone del suo compagno di vita nei momenti più difficili, è Greta Scarano: “non sono una grandissima tifosa ma molto sportiva e mi è dispiaciuto moltissimo quando Totti ha dato l’addio al calcio – ha raccontato – all’inizio ero preoccupata, ma quando ho letto la sceneggiatura che ho divorato, ho capito che volevo farla a tutti i costi. La cosa interessante è stata stare accanto a Pietro che raccontava questo personaggio mitico e leggendario con una grazia che non è da tutti e insieme a lui abbiamo cercato di raccontare questo rapporto ancora solido nonostante una relazione lunga e pubblica, raccontare un grande amore che immagino simile a quello che Totti prova per la Roma, l’ho vissuto un po’ come un dramma shakespeariano e interpretare la donna che gli stava accanto in quel momento è stato per me eccezionale”.
Completano il cast Gian Marco Tognazzi nel ruolo di quel Luciano Spalletti, prima allenatore amico e poi carnefice al suo ritorno alla Roma, forse per un’offesa mai perdonata; Monica Guerritore che interpreta mamma Fiorella, combattiva, più che una lupa una leonessa, pronta a sostenere e difendere il figlio con tutte le sue forze; Giorgio Colangeli che è il più pacato papà Enzo, scomparso peraltro lo scorso ottobre stroncato dal Covid. E anche Marco Rossetti che fa Daniele De Rossi e Gabriel Montesi che invece è Antonio Cassano.
Speravo de morì prima, serie Sky Original prodotta da Wildside con Capri Entertainment, The New Life Company e Fremantle e tratta dal libro Un capitano di Francesco Totti e Paolo Condò (Rizzoli), racconta con leggerezza e ironia il dramma del tempo, che per quanto tu voglia fermarlo non ce la puoi fare, neanche se sei Francesco Totti, e soprattutto se qualcuno che ti ha sempre sostenuto ti si rivolta contro e fa di tutto per accelerarlo quel tempo dell’addio che tu invece tenti di bloccare e difendere con i pugni e con i denti. E non bisogna essere per forza tifosi della Roma per vederla, così come non sono solo i tifosi della Roma ad amare Totti. Ecco una videosintesi del nostro videoincontro con il cast: