Ci sono tanti modi per rivendicare i propri diritti,
alcuni più efficaci, altri più inconsueti, ma tutti, purché bandiscano atti violenti e pratiche offensive, degni di rispetto, considerazione e condivisione. Certi, soprattutto, particolarmente coinvolgenti e appariscenti che, insomma, non puoi non vederli o far finta che non ci siano, che poi, in entrambi i casi, sarebbe davvero un peccato.
Uno di questi è di sicuro la parata del Roma Gay Pride che ogni anno porta in strada con euforica allegria la sacrosanta rivendicazione della comunità lgbtqi, quella cioè che unisce, ma non per questo isola dal resto dell’umanità e dalla società, lesbiche, gay, transessuali, queer e intersex, persone, cioè, che semplicemente non condividono quell’orientamento sessuale ancora oggi definito “normale” che considera una vera coppia o una vera famiglia solo quella formata da un uomo e una donna, entrambi eterosessuali si intende, e solo ad essa riconosce diritti e quindi facoltà di esistere. Un serpentone gioioso e colorato. Così infatti gli organizzatori definiscono la grande sfilata del Roma Gay Pride 2015 che nel pomeriggio di oggi, sabato 13 giugno, attraversa la Capitale da Piazza della Repubblica, vicino alla stazione centrale, fino al cuore della città eterna, nei pressi del Campidoglio e dei Fori imperiali, al grido di Liberiamoci, a rivendicare diritti uguali per tutti e tutte, senza alcuna distinzione di orientamento sessuale.
Madrina della manifestazione la giornalista Federica Sciarelli: “mi porterò la Costituzione – ha dichiarato la conduttrice televisiva della trasmissione di Rai3 Chi l’ha visto? – così potrò leggere l’articolo 29, che riconosce i diritti della famiglia ma non specifica che la famiglia deve essere formata da un uomo e una donna. A quanto pare i costituenti, con la loro carta dei diritti e dei doveri, devono aver guardato più lontano di noi”. Testimonial Vittoria Schisano, l’attrice che nel 2011 ha dichiarato la propria transessualità.
Uno spettacolo. Come altro chiamarlo il Gay Pride, con i suoi carri allegorici e colorati più belli di quelli del Carnevale di Viareggio, la musica di ogni genere a rappresentare la piena libertà di espressione, gusto e piacere, i DJ set per ballare e far ballare e aggregare e socializzare, i costumi, spesso degni della più acclamata opera cinematografica o teatrale, e gli striscioni con i loro messaggi diretti, sinceri, divertenti, ironici, spesso illuminanti. A dar vita alla manifestazione, più di 20 associazioni e realtà lgbtqi riunite nel Coordinamento Roma Pride e tanti personaggi del mondo politico, dello spettacolo e della cultura che sostengono l’iniziativa.
Ad aprire la parata l’autobus rosso inglese a due piani del Coordinamento: da qui, tra musica e coloratissime drag queen, saranno lanciati slogan e principi del Documento Politico. Segue il carro del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli: sopra c’è pure il premier Matteo Renzi… beh, non proprio lui in persona, ma un suo avatar, chiamiamolo così, una sorta di totem o icona cui l’intera comunità chiede di guardarsi intorno e arrivare con lo sguardo a paesi come la Spagna, la Francia e ora anche l’Irlanda, dove i diritti sono uguali per tutti e dove anche le coppie omosessuali o same sex possono sposarsi e adottare bambini. Presente la stessa comunità irlandese che ha scelto proprio il Gay Pride di Roma per festeggiare la vittoria del sì al referendum sul matrimonio egualitario. Si ai colori, no alle etichette e amore per le differenze, vittoria per la libertà sono gli slogan del carro dell’Associazione I Mondi Diversi dove sventola la bandiera arcobaleno e anche qui suona tanta musica, un doppio ma unificato appello a non sottovalutare il valore delle differenze e della diversità e a non soccombere a pregiudizi datati e a stereotipi falsi e obsoleti.
Una vera e propria discoteca itinerante e a cielo aperto il carro di Anddoss, l’Associazione Nazionale contro le Discriminazioni Da Orientamento Sessuale, tra Dj Set, musica e animazione con lo slogan 2768 anni di Pride a ricordare, e auspicare, una Roma che sia fucina di esempi di libertà e soprattutto di grande orgoglio e coraggio nell’affermare la propria identità. E a proposito di discoteca, non poteva mancare Muccassassina, la serata definitiva “la più trasgressiva” della capitale, in realtà simbolo e ritrovo da anni di tutti coloro che amano ballare insieme, etero, gay, trans, e divertirsi, il venerdì sera, con le sue feste animate da spettacoli e drag queen: un coloratissimo drago cinese si snoda per tutto il carro accogliendo tra le sue spire, come tradizione meno tradizionalista vuole, drag queen, gogo boys e tutto il cast della stagione invernale. Gospel, nel senso “evangelico” di buona novella, l’egida del carro di Gorillas animato da ballerini, gorilla e banane, dove la buona novella attesa è, ovvio, quella del riconoscimento dei diritti di tutti. E poi, dite la verità, avete mai visto un carro peloso con le orecchie da orso? È quello del movimento ursino il cui slogan gioca con le parole ed è Be Ar Unstoppable, e anche qui a bordo tanta musica e animazione oltre alla bandiera bear a fare da strascico.
Non mancano anche quest’anno i carri del Gay Village, delle Famiglie Arcobaleno, dell’Agedo e del Gay Center e la presenza rappresentativa dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili. Nuova entrata nella parata del Roma Gay Pride 2015 il carro della CGIL Roma e Lazio, a testimoniare in questo periodo di crisi economica la vicinanza del sindacato alla causa della comunità lgbtqi e che prende spunto da un film, l’inglese Pride sulla solidarietà tra un gruppo di minatori e un altro di gay e di lesbiche, per il suo slogan che recita: liberiamo miniere di diritti.