L’immancabile camicia a quadrettoni, taglia forte, barbuto e sorriso contagioso. Così appare davanti agli occhi di tutti Ben Seretan, cantautore californiano trapiantato nella costa orientale degli Stati Uniti. Ma quando comincia ad accarezzare la sua Telecaster, il suono ipnotizza.
I vocalizzi eterei, le armonie emotive rapiscono il cuore, specchio fedele del motto che ha tatuato sul petto: Ecstatic Joy. Già, è una vera e propria estasi l’ascolto del primo, omonimo disco, di Ben Seretan uscito lo scorso dicembre, pubblicato solo in 250 copie in vinile e in 100 nell’ormai desueto mezzo dell’audiocassetta. Tutto logicamente autoprodotto nella sua abitazione newyorkese, in ossequio alla sua originalità. L’album è stato pubblicato oggi in versione cd dalla Love Boat Records con una bonus track di 22 minuti e viene presentato al pubblico italiano con uno minitour di tre date: il 17 luglio a Marina di Ravenna, lunedì 20 luglio al Monk di Roma e il 23 a Firenze.
Laureato alla Wesleyan University, vissuto alla Flux Factory, al Queens, Ben Seretan non è solo un cantautore, ma un vero e proprio artista: “c’era un terrazzino al secondo piano, caffè e chitarra, e registravo la mia musica che si fondeva con il canto degli uccelli e il suono della metro che passava sotto”. Insomma, quello che si dice un tipo originale già comunque considerato uno degli esponenti di spicco della musica americana, un vero architetto del suono che si rifà a modelli come Bon Iver, Sufjan Stevens e J. Masics.
A rimarcare la genialità dell’amico Ben, date un’occhiata al suo sito web: dietro modico compenso si può prenotare per suonare ad un matrimonio, a eventi d’arte oppure, addirittura, per insegnarvi a suonare la chitarra. Senza trascurare l’aspetto culinario. Perché Ben Seretan racconta di saper fare meglio di qualsiasi chef l’hummus, la salsa di ceci e semi di sesamo. Questa però la può assaggiare solo chi vive a New York. Un motivo in più per volare nella Grande Mela.