Quando ha girato Noi e la Giulia, il nuovo film di e con Edoardo Leo e con Claudio Amendola, Luca Argentero e Stefano Fresi da oggi nelle sale, era incinta di sette mesi. Ma Leo la voleva così tanto che per lei ha riscritto la sua parte, quella di Elisa. Per Anna Foglietta è stata una sfida, ma anche l’occasione per lanciare un messaggio a tutte le donne. Così eccola a chiacchierare dei suoi tre figli, di Conchita Wurst e dei matrimoni gay, ma non chiedetele della TV perché non l’accende, la spolvera…
Anna, com’è stato girare un film portando anche valige e non stando ferma un attimo con una pancia di sette mesi?
Io ho sempre avuto molta energia durante la gravidanza. Noi e la Giulia è stato faticoso, era luglio e faceva un caldo tremendo e poi avevo con me anche gli altri due figli. Però è stata una grande soddisfazione e non riuscivo a non dare quel qualcosa in più perché ho creduto molto nella storia. Mi piaceva anche lanciare un messaggio alle donne, che si può fare, che non bisogna crearsi un alibi quando si è in gravidanza, ma viverla a fondo e dalla pancia trarre energia e ispirazione. Perché la pancia ci salva ed è bello far vivere al bambino quello che viviamo noi. I miei figli ormai sono abituati a stare con me sul set cinematografico.
In effetti mentre un tempo la pancia veniva quasi nascosta, oggi si mostra, si ostenta persino, ci sono modelle che sfilano in passerella con il pancione, lo ha fatto pure Raffaella Fico
E va bene così, meglio di prima quando si viveva come un handicap. Bisogna lanciare un modello positivo legato alla maternità, anche perché noi donne non ci possiamo permettere più neanche il lusso di restare a casa a riposarci quando aspettiamo un bambino. Certo non è questo il mio caso, io avrei potuto permettermi anche di dire di no, invece ho voluto proprio farlo.
Perché?
Perché la storia era bellissima, il cast tutto composto di amici e attori che stimo, e Leo ha riscritto il mio personaggio perché voleva proprio me e io gliene sono grata.
Quindi com’è questa Elisa?
Credo di aver costruito un personaggio che va tutto in controtendenza, che all’inizio si presenta come una punkabbestia berlinese mentre invece alla fine è una donna di grande tradizione che si prende cura di questi uomini senza recriminare la sua indipendenza o autonomia, anzi, prepara loro il caffè e lo fa con molta disponibilità d’animo e gentilezza. Questa pancia per lei è un dono di Dio, è una donna straordinaria, di una dolcezza e di una sensibilità incredibili e in questo forse ho portato un po’ del mio.
Sembra chiaro che vivi il tuo ruolo di madre che lavora senza alcun problema
Quello di madre è un altro grande lavoro, parallelo ma molto faticoso perché psicologicamente viviamo sempre il senso di colpa di non riuscire a fare tutto, di non riuscire a farlo bene. Io però i miei figli li metto sempre e comunque al primo posto, li seguo e come dicevo me li porto sempre dietro. Certo devo essere sincera e dire che riesco a conciliare bene le due cose perché ho un team intorno che mi permette di farlo, però l’educazione dei bambini, soprattutto nei primi anni, è fondamentale e non bisognerebbe lasciare niente al caso. Ecco, mi piacerebbe che le persone interpretassero questo come un messaggio di incoraggiamento per far sì che una madre che lavora, e che fa un lavoro che le piace, non debba rinunciare a niente di se stessa, della sua bellezza, dell’essere ancora donna. Bisogna riprendersi la propria vita e fare tutto, anche se con sacrificio.
Tu hai tre figli, ma cosa pensi ad esempio di chi ne ha 16 come la famiglia Anania salita sul palco del Festival di Sanremo?
Io non l’ho trovato un messaggio tanto edificante quello della famiglia Anania. Innanzi tutto oggi molte persone vivono il fatto di non poter fare tanti figli come un handicap visto che non c’è lavoro ma solo insicurezza economica e precarietà, e quindi sanno di non potergli garantire una festa o una palestra perché tutto costa e quello produce un grande senso di frustrazione. Io non credo che chi fa un figlio non ne voglia fare anche due o tre, ma magari non ne ha la possibilità. Per cui vedere sul palcoscenico una famiglia con 16 figli francamente non l’ho trovato affatto edificante: la famiglia la devi seguire, se fai 16 figli come fai a seguirli, non siamo più nella società rurale di una volta in cui gli zii e i nonni ti danno una mano.
Il signor Anania ha detto che a loro pensa la Provvidenza…
Si vabbè, la Provvidenza io non l’ho conosciuta, quando l’avrò incontrata ti darò una voce. Io non credo affatto che 16 figli te li mandi la Provvidenza, i bambini si fanno solo se poi si possono seguire veramente.
Prima di questo hai interpretato diversi ruoli da lesbica e naturalmente sei diventata un’icona gay, ne sei felice?
Certo, ma a me piace essere apprezzata da tutti, gay o etero non fa differenza. Però mi rendo conto che il nostro è un lavoro importante anche per quanto riguarda i diritti sociali e i diritti civili degli altri, per cui riuscire a gettare un piccolo amo al vox populi, a quelle persone comuni che magari certe tematiche neanche le conoscono, riuscire a spiegargli che esistono anche queste realtà e che si possono vivere come condizione normale è una missione alla quale noi dobbiamo assolutamente far fronte. L’attore serve anche a questo, a farsi portatore vivo di messaggi sociali.
Quindi sei favorevole ai matrimoni gay
Non solo, ma anche alle adozioni da parte di coppie gay. Essendo una madre mi rendo conto che i bambini hanno bisogno di una sola cosa: l’amore, nient’altro. Io conosco centinaia di coppie etero che fanno dei guai seri con i loro figli e non se ne rendono conto, e altrettante coppie gay che si amano profondamente e vivono quotidianamente nel sacrificio e nell’amore reciproco e vedo l’amore che danno ai miei figli, quindi sono certa che potrebbero darlo anche ai loro, non ho dubbi su questo.
Che rapporto hai con la televisione?
Come dice Bergonzoni, io la televisione non l’accendo, la spolvero. Per noi è una suppellettile, ogni tanto la usiamo per vederci un film in DVD, un bel bicchiere di vino e vai. Per il resto niente perché io e mio marito la sera dobbiamo parlare. Certo i figli piccoli un po’ di comunicazione te la tolgono, ma sappiamo entrambi che si tratta di un periodo.
E con Internet? È vero che conoscevi tuo marito, Paolo Sopranzetti, da ragazzina e l’hai ritrovato dopo tanti anni grazie a Facebook?
Verissimo e sono convinta che se ci dovessimo separare lo faremmo su Facebook. Ora poi ho scoperto anche i social, sto diventando pazza per Instagram. Stare nel mondo social è divertente, però lo è anche più essere socievoli. Io sono cresciuta nelle vinerie di Trastevere con gli amici, proprio oggi con mia madre ricordavamo di quando, ai tempi in cui io frequentavo il liceo, ogni pomeriggio alle 17 ci prendevamo un bicchiere di porto e parlavamo e ci facevamo pure delle cantate. Adesso, anche se con un po’ di rammarico, è più facile stare su twitter o su facebook, ma cerco di fare in modo che i miei figli mi vedano il meno possibile perché non voglio che crescano pensando che quello sia il solo modo di comunicare.
A proposito, nei giorni del Festival di Sanremo hai postato una foto in cui allatti tuo figlio truccata da Conchita Wurst con tanto di barba…
Mi piace molto Conchita Wurst, è fantastica, un uomo-donna con la barba e una voce bellissima. Poi partiamo pure dal presupposto che quella è una provocazione e chi non lo capisce è un idiota privo di autoironia e per me queste persone possono anche andarsi a buttare dal ponte. L’autoironia per me nella vita è la prima cosa, per cui se vedo un trans con la barba lo adoro e posso solo essere una sua fan. Per questo mi divertiva l’idea di conciarmi così: stavo giocando a travestirmi con i miei figli e ho detto “ora mi faccio un selfie come Conchita che allatta!”. Volevo anche fare Arisa con la borsa del ghiaccio sul ginocchio…
Tempo fa hai dichiarato che ti stimi, è una bella cosa, ce la spieghi?
Mi stimo perché i miei figli stanno venendo su bene e riesco a seguire tutto di loro, dalla palestra alla dieta, il mio lavoro procede bene, riesco a fare dei bei film, sto crescendo anche come attrice, sono una moglie felice innamorata di mio marito. E mi stimo perché guardo la mia vita e dico: “mica poco”. Credo sia giusto guardarsi e dire “questo l’ho preso e me lo porto a casa, è mio e non me lo leva nessuno”.
Un film che non hai ancora fatto?
A me piace moltissimo Paolo Virzì e qui ufficializzo la mia dichiarazione d’amore nei suoi confronti. Capisco che c’è la moglie Micaela Ramazzotti che è tanto brava, però magari potremo fare un film insieme io e lei. Però mi ritengo fortunata perché tra i giovani ho lavorato con quelli più bravi e poi ho fatto tutti film che hanno incassato bene e di questi tempi c’è un baratro nero.
E una cosa che non hai ancora fatto?
Ancora non ho fatto una sachertorte!