Nei nostri cinema solo per tre giorni, così come lo scorso maggio lo è stato per sole due giornate Il Regno dei Sogni e della Follia di Mami Sunada, unica regista giapponese ad entrare e a svelare i segreti del leggendario Studio Ghibli. Ed è da qui che esce Quando c’era Marnie, nelle sale italiane dal 24 al 26 agosto sempre distribuito da Lucky Red, ultimo capolavoro di Hiromasa Yonebayashi, detto Maro, alle spalle collaborazioni importanti con i maestri del Ghibli e campione di incassi 2010 in Giappone con il suo primo lungometraggio Arrietty.
Ed è stato proprio il produttore del Ghibli, Toshio Suzuki, a proporre a Yonebayashi di trarre un film di animazione dal romanzo omonimo della britannica Joan G. Robinson. Il film racconta dunque dell’orfana dodicenne Anna, “malinconica e sgradevole” come lei stessa si definisce, e del suo incontro con la bionda Marnie, sua coetanea, anche lei con un dolore nascosto e profondo. La conosce quando, a causa della sua asma, i genitori adottivi la mandano al mare da alcuni loro parenti. Marnie le compare dietro una finestra blu della quale sembra prigioniera, ma tutta l’atmosfera è strana e misteriosa. Eppure tra le due ragazzine si crea un legame così forte che porta entrambe a rivelarsi e svelarsi all’altra senza remore e segreti e a unirsi in un sentimento difficile da descrivere se non come “amore universale”.
“Per tutte le Anna e le Marnie che andranno al cinema a vedere questo film – dice Hiromasa Yonebayashi che ha impiegato 18 mesi a realizzarlo – spero di aver fatto qualcosa in cui possano riconoscersi, un’anima gemella che possa sedersi accanto a loro e stare dalla loro parte”.
Tra le curiosità la canzone del film, per la prima volta in lingua originale inglese: si intitola Fine On The Outside (Bene all’apparenza) ed è della cantautrice americana Priscilla Ahn che quelli del Ghibli ascoltarono cantare nel 2013 e le chiesero il suo pezzo per farne il tema di Marnie.
Il film ha inoltre ridato nuova vita al famoso laboratorio di anime giapponesi dopo che a fine 2013 il maestro dell’animazione e Premio Oscar Hayao Miyazaki, cofondatore del Ghibli nel 1985 assieme a Isao Takahata, aveva deciso di appendere il pennarello al chiodo. Ma forse potrebbe essere anche l’ultimo firmato Ghibli.