Il 26 settembre 1944, trentuno giovani attirati con l’inganno, vennero catturati e impiccati dalle SS a Bassano del Grappa con al collo un cartello con la scritta Bandito. Poi fu chiesto che gli studenti del posto fossero portarti a vedere i loro corpi penzolanti, così da comprendere che qualunque azione contro i tedeschi sarebbe stata punita con la morte. Tra quegli studenti c’era anche una giovanissima Tina Anselmi che invece, proprio quel giorno e a quella vista straziante, decise che qualcosa doveva fare perché “se vuoi cambiare il mondo, devi esserci”.
Comincia da qui Tina Anselmi Una vita per la Democrazia, il film TV diretto da Luciano Manuzzi che racconta la vita della donna e della politica veneta, prima giovane partigiana coraggiosa, poi sindacalista per i diritti delle donne operaie, poi ancora Ministra, del Lavoro e in seguito della Salute, e Presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2. A lei si devono il Servizio sanitario Nazionale, la Commissione Pari Opportunità, persino la legge sull’aborto che firmò nonostante fosse cattolica, perché la democrazia, in quanto tale, per coerenza glielo imponeva. Quella democrazia per cui aveva rischiato la sua vita e alla quale la dedicò interamente.
In Tina Anselmi Una vita per la Democrazia, su Rai1 in prima serata martedì 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, la protagonista è interpretata in tutte le tappe della sua vita da Sarah Felberbaum, che quindi vediamo sedicenne e poi via via fino all’età più matura. Nel cast anche Alessandro Tiberi, Benedetta Cimatti, Andrea Pennacchi. La nostra videointervista a Sarah Felberbaum: