I nomi più ironici e bizzarri di Alla scoperta del Primitivo Gioia del Colle Doc sono di certo quelli della Cantina Pietraventosa che ha portato il suo Gioia del Colle Primitivo Allegoria, che fa rima con allegria, annata 2021, vino non filtrato proprio come la gioia di vivere, aroma di prugna e mandorle lontane; e il Riserva di Pietraventosa 2017, pavido e forte come chi è nato dalla roccia; ma anche, divagando, la malvasia Apriti cielo!, primo bianco dell’azienda, leggero e leggermente agrumato; e il rosato Est Rosa, fresco e fruttato di fragola e ciliegia, che, ci spiega la produttrice Marianna Annio, può voler dire tante cose, come estrosa, perché fuori dal comune, o anche richiamare quel celebre Est Est Est di Montefiascone, anche se qualcuno dei suoi amici pare l’abbia ribattezzato est…ronza e anche in altro modo, per la sua proprietà, per così dire, liberatoria. Per questo ieri sera il suo banco numero 4 è stata la nostra prima e più che soddisfacente tappa dell’evento degustazione firmato Gambero rosso e Consorzio dei Vini Gioia del Colle DOC, dedicato a questa specifica denominazione. Del resto, le proposte erano tantissime e tutte invitanti, un criterio di scelta era d’obbligo per mantenerci per lo più lucidi e stavolta ci siamo affidati ai nomi.
Abbiamo quindi proseguito nel nostro viaggio Alla scoperta del Primitivo Gioia del Colle Doc incuriositi da un altra denominazione evocativa di immagini in movimento, passando al banco numero 6 occupato dalla cantina Leone De Castris per assaporare il Colpo di Zappa 2020, scuro e intenso proprio come ce lo aspettavamo con un certo sentore di viola, e il Saliscendi Ris. 2019, altrettanto potente ma con note dolci. E che dire del biologico Marpione 2019 della Tenuta Viglione che evoca ricordi di liquerizia dal banco 7 dove la Cantina ha portato anche il suo Colle Sellato 2020. E con il caldo che c’era, come non essere tentati da un tuffo rinfrescante, quello del Primitivo Piscina delle Monache 2021 che sa di mora e violetta della cantina Tre Pini al banco 10, che ospitava anche il suo Ris. 2020. E da rimembranze infantili del sottobosco puffesco, eccoci al banco 13 per degustare il Vanitoso, di nome e di fatto, di Vini Coppi, affiancato dal Senatore Ris. 2017.
Infine, come non farsi attrarre dalla musica, una delle nostre passioni, quella di Cantaloupe Island di Herbie Hancock che, secondo i produttori delle Tenute Chiaromonte, accompagna alla perfezione il loro Primitivo Riserva 2014, fruttato e speziato, da conservare per momenti importanti; sul loro banco numero 8 anche il Muro Sant’Angelo 2020 da sorseggiare ascoltando My Way di Frank Sinatra. E chi siamo noi per contraddirle?
Anche per Alla scoperta del Primitivo Gioia del Colle Doc a location prescelta è stata quella dei giardini di Palazzo Brancaccio a Roma, trasformatisi per l’occasione in uno spaccato di Puglia, quello dell’altopiano barese delle Murge, dove sorge, appunto, Gioia del Colle, e dove si possono ammirare i vitigni delle etichette più rappresentative. Alla scoperta del Primitivo Gioia del Colle Doc ha ospitato anche le cantine Di Gioia, con il Diamante 2015 e Ode 2019; Giuliani Vini con il Lavarossa 2021 e il Baronaggio Ris. 2021; Francesco Mastrangelo con il Ventiquattro Ris. 2020; Polvanera con il San Benedetto 2019 e la Marchesana 2020; Terre Carsiche con il Fanova 2020 e il Fanova Ris. 2019; e la Vigna Liponti con il Nascìddò 2019 e 2017.
L’offerta food stavolta non ha soddisfatto la nostra anima vegetariana, ma i più hanno gradito le proposte gastronomiche di Mirko Iemma, Resident Chef della Gambero Rosso Academy, e cioè i Moscardini alla Luciana e frisella, l’amatriciana, la Guanciola di fassona con pesche nettarine candite e la porchetta di suino nero dei Nebrodi di Vecchio Carro.