Le donne come erano un tempo e gli uomini che non cambiano. C’è ancora domani è il primo film da regista di Paola Cortellesi che si dirige anche nel ruolo di Delia, moglie e madre degli anni quaranta: lavora come una schiava, ha la camicia rammendata, e quando Ivano, marito e padrone, ha bisogno di sfogarsi, è lei che ammazza di botte, prima però manda via i bambini. Malinconia e speranza si fondono nel film d’apertura della Festa del Cinema di Roma che eri ha assolto alla grande il suo compito in un’edizione dedicata ad Anna Magnani. C’è ancora domani, tutto in bianc e nero, comincia in formato 4:3 per poi allargarsi sullo schermo così come il racconto della sua famiglia e di un mondo che stava per cambiare.
La guerra è finita ma per le strade di Roma ci sono ancora i soldati americani a presidiare e a volte a regalare cioccolata. Delia tira avanti come può, fa mille lavoretti malpagata e a casa cucina, pulisce e prende botte. E fa da badante al suocero Ottorino (Giorgio Colangeli), che ha consigli preziosi per il figlio su cme e quanto menare sua moglie che ha un solo difetto: risponde. Ivano invece, suo marito (Valerio Mastandrea), non si sa bene cosa faccia fuori tutto il giorno, poi quando rientra, comanda, mena e esce di nuovo profumato di colonia. Del resto, ha fatto due guerre e si deve sfogare…
Poi ci sono i figli, due ragazzini che dicono un sacco di parolacce e Marcella (Romana Maggiora Vergano), che voleva studiare, e invece poi vuole sposarsi con Giulio (Francesco Centorame), giovane, di famiglia arricchita, ma alla fine tale e quale a Ivano. Per fortuna c’è Marisa (Emanuela Fanelli), l’amica del cuore, un banco di verdura al mercato con suo marito con cui ha un rapporto alla pari, felice e solare, le dà gioia, sostegno e sigarette. E c’è pure Nino (Vinicio Marchioni), il meccanico che l’ama da sempre e se la vorrebbe portare al nord, e mangiare la cioccolata con lui è come fare l’amore…
C’è ancora domani, al cinema dal 26 ottobre, racconta un mondo perduto che ritroviamo però a volte nel nostro. Il riscatto di Delia alla fine è però più grande di una fuga, è un atto universale, rivoluzionario, quello di scegliere da che parte stare infilando una scheda in un’urna. Il voto alle donne nel 1946 spianò la strada ai diritti, alla solidarietà femminile che si fa rete, alla consapevolezza di essere migliori di così e di meritare di più. Anche se gli uomini come come Ivano non cambiano.
Un film che emoziona e fa anche ridere, mescolando ad arte,p erché di arte si tratta, il dramma con la farsa e la commedia, così che anche la violenza diventa un ballo a due e i lividi sulla pelle scompaiono come per magia. Il nostro videoincontro con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Francesco Centorame: