Sì ma che c’entrava tutta quella Revolution degli spot? Neanche Mika ne ha la più pallida idea, anche se ammette candidamente che “la pubblicità è fantastica anche se Simon Cowell che ha fatto un cameo ha fatto un po’ cagare e ha rovinato tutto”. Beata innocenza. E sincerità. Neanche noi in effetti abbiamo capito tanto di quella triste ipotesi di mondo senza musica dove ogni nota o gorgeggio veniva vietato e dove si aggiravano, tristi e sconsolati, giurati ed ex protagonisti al grido, appunto di Revolution. Ma l’effetto è stato certo di grande impatto e quindi bene così.
Parliamo naturalmente di X Factor 2015 o XF9 se preferite, che forte dei suoi 1,2 milioni di spettatori medi a puntata nella scorsa edizione, riapre i battenti su Sky Uno, come farà fino al 2018, giovedì 10 settembre con le audizioni che verranno replicate poi in chiaro su MTV e Cielo, mentre la gara vera e propria e in diretta inizierà il 22 ottobre con i 12 finalisti, per concludersi il 10 dicembre. Una puntata in più di audizioni e le band in gara, non solo cioè gruppi vocali che, salvo rare eccezioni, sanno un po’ di antico, ma proprio gruppi con tanto di strumenti e musicisti. Queste le novità principali, oltre alla giuria, si intende.
Sì perché il conduttore è sempre lui, Alessandro Cattelan, che “quest’anno c’è un bellissimo clima, migliore rispetto a quello delle scorse edizioni con più divertimento” assicura, e che però non sarà solo soletto, ma affiancato da Mara Maionchi, non proprio sul palco ma nel backstage dei casting a darci giù di mannaia sulle aspiranti popstar del futuro, 23mila, ci dicono, ad essersi presentati quest’anno. In palio come sempre un contratto discografico da 300mila euro. “Non sono una musicista – ammette la Maionchi che tornerà anche al timone di Extra Factor – ma ho trovato cose interessanti, forti, sicuramente loro potranno metterle in risalto”.
Ed eccoci alla giuria. Skin, novità assoluta e sicuramente un gran bel colpo per il prestigio e la credibilità della versione italiana del talent show creato da Simon Cowell, parla italiano peggio di Mika e quindi siamo a posto, però si capisce quando dice che è un’esperienza per lei “molto interessante e la prima volta in uno show televisivo” e a differenza della Maionchi “conosco molto la musica – dice – sono una musicista seria, ma rispetto molto Elio, Fedez e Mika perché hanno un punto di vista diverso dal mio”. Inevitabile poi, quale frontwoman degli Skunk Anansie, un plauso all’esordio delle band che “sono una bella novità” taglia corto la pantera nera e calva come solo lei sa e può esserlo.
“Mi piace dire complessi e non bands – sottolinea Elio tornato proprio grazie a loro – mi hanno spinto varie cose – spiega infatti – tra cui il fatto che ci siano i complessi, visto che io faccio parte di un complesso che non si scioglie (sottolinea contro voci e vocine sulle Storie Tese), mentre i gruppi di sole voci mi lasciavano sempre con l’impressione che mancasse qualcosa”. Il suo plauso va anche a Skin che “è una delle mie cantanti preferite in assoluto – rivela – e ora ho la possibilità di toccarla e farle domande”. Occhio…
Tutta un’altra atmosfera anche per Mika: “c’è energia e sinergia fra noi quattro, possiamo divertirci di più e più facilmente – dice contento – ma anche essere un po’ stupidi senza pregiudizi”.
E poi Fedez, il rapper dal collo tatuato che, nonostante le numerose presenze di suoi “colleghi” a X Factor e anche altrove in TV, lamenta ancora un certo pregiudizio nei confronti del suo genere che “si è sì sdoganato – ammette – ma il pubblico è ancora abituato ad apprezzare il talento vocale più che quello per la scrittura, c’è ancora pregiudizio”. Sul clima però concorda con il gruppo: “lo scorso anno c’era più tensione e pure un po’ di paura da parte mia, insomma, non me la sono proprio goduta, invece quest’anno mi sto divertendo”.
Ma sarà mica stato Morgan a creare tutta quella tensione di cui parlano? “Se c’era lui io non venivo” sentenzia Elio senza neanche un pelo sulla lingua. Quasi concorda Fedez: “l’anno scorso avevo messo da parte i rapporti umani, era lavoro e basta, quest’anno sono pure uscito con Mika”. Ed è proprio di Mika l’unica voce contro corrente: “sicuramente la produzione è più tranquilla senza Morgan – dice – però noi ci siamo divertiti anche lo scorso anno, ed è proprio grazie a lui che possiamo parlare senza pensare troppo alle conseguenze e stare più tranquilli”. Ecco. Ma non è che magari senza le sue tiritere traboccanti di citazioni, le sue provocazioni, gli scatti d’ira e d’orgoglio, il suo ego smisurato quasi quanto i suoi capelli e i suoi abbandoni improvvisi, ci annoieremo un po’?